SMS Viribus Unitis: differenze tra le versioni

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Nell'imminenza della fine della guerra, quando da giorni le autorità militari austro-ungariche erano pronte a negoziare un [[armistizio]], la ''Viribus Unitis'' fu oggetto di un'ardita incursione della [[Regia Marina]]: nella notte tra il 31 ottobre e il 1º novembre [[1918]] gli ufficiali [[Raffaele Rossetti]] e [[Raffaele Paolucci]], eludendo le difese portuali, entrarono nel golfo di Pola a bordo di una [[Torpedine semovente Rossetti|mignatta]] e applicarono una carica esplosiva sotto la carena della ''Viribus Unitis'' predisposta ad esplodere alle 6:30 in punto.
 
I due incursori furono tuttavia scoperti ed una volta catturati vennero a sapere che 12 ore prima l'Austria-Ungheria resasi conto che la guerra era persa , per evitare che gli alleati si impadronissero delledella flotta imperiale, aveva creato il neutrale [[Stato degli Sloveni, dei Croati e dei Serbi]] a cui aveva ceduto tutte le navi.
 
I due ufficiali decisero quindi di comunicare al Comandante dell'unità, [[Janko Vuković de Podkapelski|Janko Vukovic]], la fine imminente della nave solo alle 6.00, senza rivelare il motivo (mignatta) e l'ubicazione dello stesso. Vukovic diede ordine di abbandonare la nave e di trasferire i prigionieri a bordo della nave gemella ''[[SMS Tegetthoff (1912)|Tegetthoff]]''. Ma l'esplosione non avvenne come previsto alle 6.30 e l'equipaggio fece gradualmente ritorno a bordo, non dando più credito all'avvertimento dei due italiani, finché alle 6.44 la carica brillò davvero e la corazzata austriaca, inclinatasi su un lato, cominciò rapidamente ad affondare in soli 10 minuti. L'azione si concluse così con oltre 300 tra vittime e dispersi, tra cui il comandante Vuković, che fu colpito mortalmente dalla caduta di un albero di legno mentre, nuotando tra i flutti, cercava di porsi in salvo.