Industria culturale: differenze tra le versioni

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== Funzionamento e obiettivi ==
La funzione ideologica dell'industria, da quanto emerge nella ''Dialettica'', si esprime nei processi di feticizzazione della cultura. Il carattere di feticcio dei prodotti culturali indica, richiamando la nozione marxianamarxista di [[feticismo]] delle merci, l'astratto “essere-per-altro” dei prodotti di consumo ovvero il valore di scambio che domina la cultura capitalistica alienata, per cui un'opera ha un valore determinato dal mercato e non perché è di per sé qualcosa. In quanto bene utile ad ottenere una distrazione momentanea, la cultura ridotta a feticcio assolve una funzione sociale degradata. L'arte soggiace alla logica del profitto, il valore di scambio si sostituisce al valore estetico. L'industria culturale, così facendo, produce un sistema che esclude “il nuovo” considerandolo “rischio inutile” ed elegge lo [[stereotipo]] a norma. Tuttavia riesce a occultare questa uguaglianza e a costruire parvenze di originalità e distinzione con l'obiettivo di giustificare la necessità di sempre nuovi consumi e creare l'illusione di una concorrenza e una possibilità di scelta. Così, per esempio, attraverso i meccanismi di riproduzione in serie, l'industria culturale produce differenze di valore dei prodotti che non corrispondono a differenze oggettive, bensì a una galleria di cliché che vengono diversamente organizzati a seconda dello scopo. L'imperativo è “non lasciare nulla come è, perché tutto resti tale e quale”, manomettere tutto per adeguarlo agli schemi di un'"originalità sapientemente organizzata". In tal modo le merci saranno immediatamente riconoscibili come appartenenti al sistema.
 
L'industria culturale, in conclusione, sfornerà prodotti che avranno solo una parvenza d'armonia, un'armonia che altro non è che condiscendenza nei confronti di una totalità data. Ad esempio in un film il rapporto tra parti e il tutto verrà risolto a favore dell'effetto calcolato con precisione e l'unità dell'opera si frantumerà in momenti "gustosi", nel piacere dell'attimo e della facciata.