Jacob Burckhardt: differenze tra le versioni

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ebbe un ruolo marginale nel panorama dell'[[Ottocento]], ma venne rivalutato tra le due [[guerra mondiale|guerre mondiali]] quando tornarono in auge le opere storiche di carattere [[scetticismo|scettico]] e [[pessimismo|pessimistico]] del secolo precedente.
{{citazione necessaria|Indifferente al [[nazionalismo]] [[Germania|germanico]] e alle rivendicazioni della presunta superiorità culturale e intellettuale tedesca}}, egli si occupò intensamente degli sviluppi [[economia|economici]] e [[politica|politici]] contemporanei, portando l'attenzione ai possibili scenari futuri e agli allarmanti militarismi e nazionalismi in crescita.
 
[[Friedrich Nietzsche]], all'età di ventiquattro anni, seguì alcune sue lezioni tenute presso l'ateneo di Basilea. Si conobbero, scoprirono la loro comune ammirazione per [[Arthur Schopenhauer]] e strinsero un legame. Burckhardt, uomo altezzoso e pieno di sè, non concesse mai a Nietzsche una vera e propria amicizia: egli era invidioso per il successo che il giovanissimo collega raccoglieva nei primi anni di Basilea, proprio in un campo vicino al suo, e nemmeno durante l'evidente follia del filosofo ne fu particolarmente scosso<ref>{{Cita libro|autore=Massimo Fini|titolo=Nietzsche. L'apolide dell'esistenza|anno=2002|editore=Marsilio|città=|p=73|pp=|ISBN=}}</ref>. Burckhardt fu anche destinatario di due [[biglietti della follia]] di [[Friedrich Nietzsche]].