Ritorno al futuro (franchise): differenze tra le versioni

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=== Il successo ===
Il primo film della serie uscì negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] il 3 luglio [[1985]] e ottenne subito un insperato successo: costato 19 milioni di [[Dollaro statunitense|dollari]], ne guadagnò 11 solo nel primo week-end di programmazione. Solo negli Stati Uniti finì per incassare 210 milioni di dollari, lanciando Michael J. Fox nell'olimpo delle [[Star del cinema|star]] e Robert Zemeckis come [[cineasta]] di primo piano. Fu chiaro subito che il [[soggetto (cinema)|soggetto]] si prestava alla realizzazione di un [[sequel]] e il finale "aperto" della prima pellicola (con Doc e Marty in partenza per il futuro) dava spazio a numerose possibilità narrative. Non a caso, nell'edizione uscita in [[videocassetta]], i titoli di coda deidel primi dueprimo film riportavano la dicitura ''"To be continued"'', assente nella versione cinematografica, per avvertire il pubblico dell'imminente seguito.
 
Il segreto del successo di ''Ritorno al futuro'' si deve a un abile miscuglio di nostalgia, comicità e [[fantascienza]]. In un'epoca come gli [[anni 1980|anni ottanta]], caratterizzata dall'evoluzione tecnologica con l'avvento dei [[computer]] e degli [[effetti speciali]], l'idea geniale degli autori fu invece di riportare il protagonista, e con esso tutto il pubblico, negli [[anni 1950|anni cinquanta]] a stretto contatto con i propri genitori, all'epoca semplici [[Adolescenza|teenager]] come lui. In questo surreale viaggio Zemeckis e Gale ebbero inoltre l'intuizione d'innestare un meccanismo da [[commedia]] degli equivoci, con Marty involontario oggetto dei desideri della futura madre e costretto ad adoperarsi come pigmalione dell'imbranato padre, al fine di prevenire la propria scomparsa. I continui ammiccamenti alla storia statunitense (Marty non viene creduto da Doc quando nel 1955 gli racconta che nel 1985 il [[Presidente degli Stati Uniti d'America|Presidente degli Stati Uniti]] è [[Ronald Reagan]], all'epoca un noto attore) e ai paradossi del destino (nel secondo episodio, ambientato nel [[2015]], compare un [[cinema]] dove è in proiezione ''Lo squalo 19'' diretto da Max Spielberg, vero nome del figlio del famoso regista) hanno conferito alla trilogia un'irresistibile carica ironica, supportata da una [[sceneggiatura]] a orologeria e da un gruppo di attori in stato di grazia.