Lucio Emilio Paolo (console 219 a.C.): differenze tra le versioni

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== Biografia ==
Lucio Emilio Paolo, patrizio appartenente all'antica ''[[gens Aemilia]]'', nipote di [[Marco Emilio Paolo]], che era stato console nel 302 a.C., fu console per la prima volta nel 219 a.C. con [[Marco Livio Salinatore]]. In quell'occasione insieme al collega condusse la [[seconda guerra illirica]] contro gli Illiri guidati da [[Demetrio di Faro]]. I consoli vinsero la guerra, costringendo [[Demetrio di Faro|Demetrio]] a rifugiarsi presso [[Filippo V di Macedonia]], ed ottennero il [[trionfo]]. Subito dopo furono però processati con l'accusa di non aver diviso equamente il bottino. Mentre [[Marco Livio Salinatore]] fu condannato, Lucio Emilio Paolo se la cavò a stento.
 
Agli inizi del [[218 a.C.]] fu inviato come ambasciatore dal Senato romano a Cartagine, dopo la [[assedio di Sagunto|resa di Sagunto]],<ref>{{cita|Livio|XXI, 8-15}}.</ref><ref>{{cita|Polibio|III, 17}}.</ref> per capire se fosse stato Annibale ad aggredire Sagunto oppure se avesse ricevuto l'ordine dal senato cartaginese. La delegazione era composta da [[Quinto Fabio Massimo Verrucoso|Quinto Fabio]], [[Marco Livio Salinatore]], [[Lucio Emilio Paolo (console 219 a.C.)|Lucio Emilio Paolo]], [[Gaio Licinio Varo]] e [[Quinto Bebio Tamfilo]].<ref>{{cita|Livio|XXI, 18.1-2}}.</ref>
 
Fu anche [[pontefice (storia romana)|pontefice]],<ref>{{cita|Livio|XXIII, 21.7}}.</ref> ma non si sa da quale anno.