Infiltrazione (militare): differenze tra le versioni

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Anche nel caso di missioni aeree intese a paracadutare piccoli nuclei di operatori in territorio nemico si parla di "inserzioni", come del resto ogni volta occorra l'utilizzo di un "mezzo vettore" di terzi (quindi non in dotazione al reparto preposto all'esecuzione finale della missione) per il traporto ed il rilascio di una aliquota di FS/FOS in territorio potenzialmente ostile.
Esattamente come la pattuglia si infiltra in territorio nemico per eseguire una missione per poi esfiltrare una volta compiutala, allo stesso modo un mezzo vettore (aereo o meno) compie una missione di inserzione per rilasciare la pattuglia e può compiere una missione di '''estrazione''' per recuperarla e riportarla al sicuro.
Quest'ultimo termine (estrazione) non viene usato solamente per definire l'operazione inversa di 2inserzione2, ma anche per definire l'intervento speditivo di una pattuglia che interviene per soccorrere e recuperare personale di interesse (come civili da evacuare da luoghi e/o situazioni pericolosi/e, oppure pattuglie precedentemente infiltrate ma ora in situazione di estremo pericolo, sotto il fuoco nemico o a seguito di operazione abortita) nonchè da parte della stessa pattuglia in missione per richiedere al comando superiore il recupero urgente.
 
Occorre menzionare, infine, la possibilità di utilizzare anche velivoli ultraleggeri e deltaplani, come sperimentato dalle forze speciali francesi negli anni '80, anche se non ne è stata divulgata l'eventuale adozione come metodologia standardizzata per un loro eventuale uso effettivo.