Citroën 2CV: differenze tra le versioni

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=== La TPV ===
Per un personaggio tradizionalista come Brogly, tale incarico poteva sembrare un'autentica assurdità, ma in brevissimo tempo vennero affidati i compiti: la supervisione del progetto venne affidata ad [[André LéfèbvreLefèbvre]] che già poco tempo prima aveva progettato e realizzato la ''Traction Avant''. Sotto di lui, Maurice Sainturat fu assegnato allo sviluppo del motore, Alphonse Forceau alla [[trasmissione (meccanica)|trasmissione]] e Jean Muratet al comparto stilistico. Il grande escluso fu [[Flaminio Bertoni]], ritenuto troppo estroso per un progetto come quello, che voleva una vettura il cui aspetto esteriore non doveva avere alcune rilevanza e perciò doveva essere il più economico possibile da sviluppare. Fu così che fu avviato il progetto '''T.P.V.''' (''Très Petite Voiture'' = ''vettura piccolissima'').
 
Il primo modellino in legno a grandezza naturale fu realizzato nel corso del [[1936]], mentre il primo prototipo marciante (dei 49 totali che si sarebbero via via avvicendati) si ebbe solo all'inizio dell'anno seguente: decisamente grezzo, tale prototipo era caratterizzato dalla completa assenza di fari e dalla struttura in lega leggera sulla quale era stato steso un telone a mo' di carrozzeria. Il motore utilizzato fu un 500 [[centimetro cubo|cm³]], estrapolato da una motocicletta [[BMW]]. L'idea di utilizzare tale unità motrice venne a Léfèbvre dopo che questi aveva fatto uno scherzo a Bertoni, bloccando la ruota posteriore della sua moto (una BMW con motore da mezzo litro, appunto). Bertoni, non accorgendosi dello scherzo, avviò la motocicletta danneggiando la ruota posteriore. Il motore, invece, continuò a funzionare tranquillamente, fatto che suggerì a Léfèbvre di utilizzare quel motore per il primo prototipo. Tale unità motrice fece sì che, durante il primissimo test, la vettura raggiungesse addirittura i 100 km/h, ma si rivelò anche fortemente instabile ad ogni curva ed inoltre il motore BMW finì per cedere dopo circa mille chilometri di utilizzo. Léfèbvre ordinò di smontare tutto e ricominciare daccapo.