Monetazione visigota: differenze tra le versioni

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La Gallia centromeridionale fu il cuore del Regno visigoto dal 418 al 507. La monetazione di imitazione imperiale (o monetazione pseudo-imperiale) dei Visigoti in tale regione, nota anche come "monetazione del Regno di Tolosa", è costituita esclusivamente dal [[solido (moneta)|solido]] e dal [[tremisse]]. Queste monete sono uguali a quelle coniate nell'Impero romano dell'epoca: imitavano fedelmente i modelli romani e riportavano [[legenda|legende]] e titoli imperiali. Il tremisse valeva un terzo del solido. Le monete non recano lettere, monogrammi o altri segni di identificazione, per cui sono attribuite in base ai ritrovamenti. Anche la datazione è approssimativa.<ref name= MEC44MEC446>Grierson: ''cit.'', pp. 44-46</ref>
 
La zecca principale probabilmente era quella di [[Tolosa]]<ref name= MEC44MEC442>Grierson: ''cit.'', pag. 44</ref>, nel sud della Gallia, che era la capitale del regno. Si suppone che, almeno per un breve periodo, siano state coniate monete anche a [[Narbona]],<ref name= MEC44/> dove nel [[414]] [[Ataulfo]] sposò [[Galla Placidia]], sorella dell'imperatore romano Onorio. Questa ipotesi, riportata da [[Philip Grierson|Grierson]]<ref name= MEC44/>, si basa su un solido, ora perduto ma di cui abbiamo una rappresentazione del [[XVIII secolo]], coniato a nome di [[Prisco Attalo]], un usurpatore sostenuto da Ataulfo.<ref>L'immagine è riportata in Kent: ''Un monnayage...'', p. 24</ref> Su questa moneta c'è un segno di zecca NB che potrebbe indicare Narbona.<ref name= sa/> Una zecca a Narbona è anche citata in un poema di [[Sidonio Apollinare]] (carme 23)
<ref><poem>...
''Salve, Narbo, potens salubritate