Tito Labieno: differenze tra le versioni

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Tito Labieno, padre di [[Quinto Labieno|Quinto]], combatté insieme a [[Giulio Cesare]], nel [[78 a.C.]], nella campagna navale di Publio Servilio ([[proconsole]] in [[Cilicia]] dal [[78 a.C.|78]] al [[75 a.C.|75]]) contro i [[pirati]] [[cilicia|cilici]].
 
Dopo aver rivestito la carica di [[tribuno della plebe]] nel [[63 a.C.]]; con la pretesa di vendicare la morte dello zio, accusò [[Gaio Rabirio]] di [[perduellio]]. La ragione vera di questa presa di posizione era quella di favorire [[Gaio Giulio Cesare]].
 
Labieno fu [[legatus|legato]] di Giulio Cesare in [[Gallia]] e seppe mostrare le sue doti di abile comandante durante i sette anni della [[Conquista della Gallia|campagna gallica]]; riportò importanti vittorie contro le popolazioni dei [[Tigurini]] ([[58 a.C.]]), dei [[Belgi]], degli [[Atrebati]], dei [[Morini (popolo)|Morini]], dei [[Treveri]] ([[54 a.C.]]) in più di un'occasione, dei [[Belgi]] ([[53 a.C.]]); si dimostrò particolarmente abile nel sedare una rivolta scoppiata nella regione di [[Lutetia Parisiorum|Lutezia]] nel [[52 a.C.]]