Cinema di guerra: differenze tra le versioni

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== I film di guerra in Italia ==
Il regime fascista in Italia aveva ben compreso l'importanza del cinema per la formazione dell'opinione pubblica e nel 1923 creò ''L'Unione Cinematografica Educativa'' ([[Istituto Luce]]) per la produzione di documentari e, soprattutto, di cinegiornali a contenuto bellico ai quali affianca la produzione di film di propaganda politica destinati a mostrare l'efficienza della macchina da guerra italiana come ''[[Il cammino degli eroi]]'' di [[Corrado D'Errico]], ''[[Sentinelle di bronzo]]'' di [[Romolo Marcellini]], ''[[Sotto la croce del sud (film 1938)|Sotto la croce del sud]]'' di [[Guido Brignone]], ''[[Lo squadrone bianco (film)|Lo squadrone bianco]]'' o ''[[L'assedio dell'Alcazar]]'', entrambi di [[Augusto Genina]], [[L'uomo della croce]] di [[Roberto Rossellini]]. <br>
Durante la seconda guerra mondiale, sul modello dei [[combat film]] americani, l'Istituto Luce manda i propri operatori sugli scenari di battaglia per la produzione di film di propaganda come ''[[Uomini sul fondo]]'' e, ''[[Alfa Tau!]]'' e ''[[Giarabub (film)|Giarabub]]''.
 
Negli anni '50 il cinema bellico italiano è prodotto con regolarità ad opera di registi come [[Francesco De Robertis]] e [[Duilio Coletti]], prendendo spunto dagli episodi più memorabili dei nostri soldati e marinai, nell'ultima guerra. Alcuni esempi: ''[[I sette dell'Orsa maggiore]]'', ''[[Siluri umani]]'', ''[[Carica eroica]]'', ''[[Divisione Folgore]]'', ecc.