Cavallo (moneta): differenze tra le versioni
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Il '''cavallo''' è una moneta di rame emessa per la prima volta nel [[1472]] da [[Ferdinando I di Napoli|Ferdinando I]] per [[Napoli]] e per la [[Sicilia]]<ref name="Sambon">{{cita|Sambon|p. 327.}}</ref>. Al dritto portava la testa del re ed al rovescio un [[cavallo (araldica)|cavallo passante]].
Dal XIII secolo, la quantità d'argento nelle monete del [[Regno di Napoli|regno]] andava facendosi sempre più scarsa, fino a raggiungere la derisoria proporzione di 1/16 d'[[argento]] per 15/16 parti di [[rame]] o anche 7/360 parti argento per 353/360 di rame con la sesta emissione di [[Denaro (moneta)|denari]] d'argento da parte di [[Federico II di Svevia|Federico II]]<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Louis Blancard|anno=1864|titolo=Des Monnaies, frappées en Sicile, au XIIIe siècle, par les suzerains de Provence|rivista=Revue Numismatique|pp=295-7|lingua=fr|accesso=5 giugno 2016|url=https://archive.org/stream/revuenumismatiq09numigoog#page/n306/mode/2up}}</ref>. Siccome i denarelli aragonesi erano coniati con una scarsa proporzione
Ordinava inoltre Ferdinando che, da una parte di detta moneta fosse ritratta la sua effigie, e che, dall’altra si ponesse "una qualche digna", come proposto dal Conte di Maddaloni, [[Diomede I Carafa|Diomede Carafa]]. Venne quindi rappresentato un cavallo, con attorno l’epigrafe ÆQVITAS REGNI<ref name="Sambon" />. Dodici cavalli avevano il valore di un [[Grano (moneta)|grano]]<ref name=":0">{{cita|Sambon|p. 330.}}</ref>.
I cavalli di Ferdinando I
Il nome rimase poi a monete dello stesso valore anche se i tipi erano diversi come, ad esempio, quella battuta da [[Carlo VIII]] nel 1494. Dopo l'iniziale successo dei cavalli, il dominio aragonese e la discesa di [[Carlo VIII di Francia|Carlo VIII]] su Napoli portarono ad una facile concessione di zecca ed una conseguente perdita di peso della moneta che ne cagionarono ben presto il discredito<ref>{{cita|Sambon|p. 331.}}</ref>.
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