Simon Boccanegra: differenze tra le versioni

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''Stanza del Doge nel Palazzo Ducale di Genova.''
 
Paolo, bandito da Genova, chiede a Pietro di condurre da lui i due prigionieri, Gabriele e il Fiesco, e versa una fiala di veleno nella tazza di Simone. Non contento, egli chiede aal Fiesco, l'organizzatore confesso della rivolta, di assassinare il Doge nel sonno e, davanti al suo sdegnato rifiuto, lo fa riportare in cella e insinua in Gabriele il sospetto che Amelia si trovi in baliabalìa delle turpi attenzioni di Simone (''Sento avvampar nell'anima''). Quando giunge Amelia, il giovane l'accusa di tradimento con il Doge, di cui uno squillo di tromba annuncia l'arrivo. Gabriele si nasconde, Amelia in lacrime confessa al padre di amare l'Adorno e lo supplica di salvarlo. Simone, combattuto fra i doveri della sua carica e il sentimento paterno, la congeda. Beve quindi un sorso dalla tazza, notando che l'acqua ha un sapore amaro, e si assopisce. Gabriele esce dal suo nascondiglio e si slancia contro di lui per colpirlo, ma ancora una volta Amelia glielo impedisce. È il momento della rivelazione: il Doge si risveglia, ha un violento scontro verbale con Gabriele, che l'accusa di avergli ucciso il padre, e infine gli svela che Amelia è sua figlia.
 
Il giovane implora Amelia di perdonarlo e offre al Doge la sua vita (''Perdon, perdono, Amelia''). Di fuori giungono rumori di tumulti e voci concitate: i cospiratori stanno assalendo il Palazzopalazzo. In segno di riconciliazione il Doge incarica Gabriele di comunicare loro le sue proposte di pace e gli concede la mano di Amelia.
 
=== Atto terzo ===