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Le prime immagini a stampa sono realizzate con la tecnica della [[xilografia]], detta anche silografia, che presuppone l'uso di una matrice in [[legno]], che l'incisore lavora a rilievo, cioè togliendo la parte che non deve stampare, realizzando in questo modo un supporto che presenta il disegno in [[stampa a rilievo|rilievo]].
 
Già all'inizio del [[XVI secolo]], alla xilografia si affianca la [[calcografia]], tecnica che utilizza il metallo, principalmente [[rame]] e [[zinco]]. In questo caso l'incisore lavora in incavo, cioè scavando nel metallo il disegno da stampare. Quando l'incisore lavora direttamente sulla lastra si parla di [[incisione]] a [[bulino]], se lo strumento utilizzato, il [[bulino]] appunto, toglie il metallo che non serve grazie alla sua punta [[triangolo|triangolare]]; oppure si parla di [[puntasecca]], quando lo strumento a punta si limita a scalfire e spostare il metallo a lato dei solchi. Altra tecnica su metallo è quella della [[acquaforte]], quando l'incisione avviene indirettamente, per immersione della lastra in un [[acido]], che si chiamava ''aqua fortis'', lastra precedentemente coperta con una [[vernice]] resistente all'acido e disegnata, eliminando la vernice, in corrispondenza della parti che devono subire la morsura dell'acido. Alla fine del [[XVIII secolo]] si scopre la possibilità di utilizzare matrici in pietra e nasce la tecnica della [[Litografia (arte)|litografia]], con la quale le matrici in pietra [[calcare]]a, precedentemente [[levigatura|levigate]] e trattate in superficie con degli [[Acido|acidi]], sono disegnate con apposite [[matita|matite]] grasse. In fase di stampa l'[[inchiostro]] litografico aderisce solamente alle parti disegnate, dove trova altro inchiostro, ed è invece respinto dal resto della matrice perché irrorata con acqua.
 
== Bibliografia ==