Gigi Chessa: differenze tra le versioni

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===Nel mondo del teatro===
Nel 1925 Gigi Chessa, su richiesta dell'imprenditore e mecenate [[Riccardo Gualino]], eseguì il restauro del vecchio teatro Scribe che cambiò nome in Teatro di Torino: fu distrutto nel 1942 da un bombardamento. Ne progettò le poltroncine, con grande rosone stilizzato centrale, in una linea compatta che si richiamava allo [[stile Impero]]. Nel 1925 disegnò scene e costumi per ''[[L'italiana in Algeri]]'' di [[Rossini]], nel 1926 scene e costumi per ''La sacra rappresentazione di Abraham e Isaac'' di [[Ildebrando Pizzetti]], diretta dall'autore, e per ''[[Alceste (Gluck)|Alceste]]'' di [[Gluck|C. W. Gluck]]. Per il Teatro Gualino, nel 1925, ideò le scene e i costumi per ''La Luna'', balletto di L. Perrachio, tratto da un racconto dei [[Fratelli Grimm]]; per il [[Metropolitan di New York]], nel 1926, disegnò scene e costumi per il balletto ''La Giara'' musicato da [[Alfredo Casella]].
 
Pittore di paesaggi, di nudi, di ritratti, di nature morte, colorista raffinato e moderno interprete dell'impressionismo, Gigi Chessa nel 1926 aderì alla I Mostra del Novecento italiano a Milano, ma senza inviare sue opere; nel 1927 fu presente alla Quadriennale di Torino e alla Mostra di pittori italiani contemporanei al Museo Rath, di [[Ginevra]]. Nello stesso anno ottenne la cattedra di Scenografia alla Scuola superiore di Architettura di Torino ed espose alla III Biennale di Monza l'arredamento di una ''Farmacia'': semplice e moderno, stilizzato ed essenziale, secondo i dettami del [[Razionalismo]].
 
Nel 1928 fu presente alla XVI [[Biennale di Venezia]] - dove presentò il bozzetto di una scena, realizzato per il Teatro di Torino - e eseguì anche le decorazioni di alcune sale espositive. Partecipò alla I Mostra di Architettura Razionale a Roma e sempre nel 1928 progettò i padiglioni dei Fotografi e delle Valli di Lanzo, per l'Esposizione di Torino del 1930 e collaborò alla progettazione della Sala d'estate della V [[Triennale di Milano]].
 
===Gruppo dei ''Sei di Torino''===
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===Pubblicità e arredamento===
Nel 1930 Gigi Chessa disegnò pubblicità per le ditte Venchi Unica e Vis Securit e l'arredamento per la ditta Solaro. Nel 1932 allestì vetrine per la Mostra della moda a Torino e disegnò l'arredamento del bar Fiorina. Collaborò nel 1930 con l'architetto Cuzzi per la villa Borsetti a Balme. Nel 1929, 1930, 1932 e 1935 prese parte alla mostra della Promotrice torinese; nel 1929 alla II Mostra del Novecento; nel 1930 e 1932, alla Biennale di Venezia; nel 1930 alla Mostra del Novecento a [[Buenos Aires]], nel 1931 alla Esposizione internazionale di [[Barcellona]], nel 1932 alla Rassegna d'arte italiana a Vienna e nel 1930 e 1933 alla Triennale di Milano. La malattia, che lo uccise giovanissimo, sembrava aver accelerato al massimo la sua attività. Nell'anno della sua morte gli fu dedicata una retrospettiva, presentata da Carlo Levi.
 
Sue opere furono esposte nella mostra "I sei di Torino, 1929-1932", alla Galleria civica di Torino, nel 1965 e nella mostra "Arte moderna in Italia, 1915-1935", nel 1967, a Firenze.
 
===Sue opere in Musei===
* [[Galleria nazionale d'arte moderna]] di Roma,
* Gallerie civiche di Torino, di Firenze, di Milano, di Terni,
* [[Stedelijk Museum]] di Amsterdam,
* Museo d'arte moderna di Mosca.
 
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==Voci correlate==
* [[Carlo Levi]]
* [[Sei di Tirino]]
 
==Altri progetti==