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Il termine "contralto" deriva dalla formula, "''[[contratenor]] altus''", usata dalla [[polifonia]] del [[XV secolo]] per indicare, nelle partiture a quattro voci, la parte che si collocava tra il ''[[tenor]]'' ed il [[Discanto|discantus]] (o ''superius'', o, in termini moderni, [[soprano]]). La formula fu poi abbreviata nel [[XVI secolo|Cinquecento]] in "contr'alto", o anche semplicemente "alto",<ref name="Grove">Owen Jander, J.B. Steane, Elisabeth Forbes, ''Contralto'', in Stanley Sadie, ''op. cit.'', I, pp. 933-935.</ref> e ha dato quindi origine alla terminologia usata in epoca moderna in tutte le lingue europee: il termine "contralto" (sia pur con piccole variazioni vocaliche) è restato in uso soprattutto nelle [[lingue neolatine]] (anche in [[Lingua francese|francese]], dove ha sostituito il termine antico di ''bas-dessus''), in [[Lingua greca moderna|greco]] ed in quasi tutte le [[lingue slave]]; il termine "alt" si è invece affermato generalmente nell'ambito delle [[lingue germaniche]]; nell'[[Lingua inglese|inglese]] moderno si riscontrano sia "contralto", che "alto", il primo peraltro riferito di solito a cantanti di sesso femminile, il secondo ai maschi.<ref>Un'analoga derivazione etimologica ha anche il termine francese ''[[haute-contre]]'', con il quale venne designata, fino a tutto il [[XVIII secolo|Settecento]], una particolare tipologia di [[tenore]] acuto in uso nel canto d'Oltralpe, la quale, tra l'altro, veniva impiegata, nei cori a quattro voci, al posto del contralto. Il termine "[[controtenore]]", infine, è stato riportato in auge nel [[XX secolo|Novecento]] come sinonimo di "[[Falsetto|falsettista]]".</ref>
 
Siccome alle donne era vietato levare la voce nelle chiese secondo il dettame [[San Paolo|paolino]] della ''[[Prima lettera ai Corinzi]]'' («''Mulieres in ecclesiis taceant''», XIV, 34), le parti di contralto delle composizioni polifoniche, così come quelle di soprano, furono inizialmente "affidate o ai ragazzi cantori o a uomini che imitavano artificialmente il suono della voce femminile (falsettisti artificiali, oggi detti [[Controtenore|controtenori]])", finché verso la metà del XVI secolo iniziarono ad apparire al loro fianco anche le prime voci dei [[Castrato|castrati]]. Tenuto conto che "i ragazzi davano scarso affidamento e, per di più, diventavano inutilizzabili allorché, alle soglie dell'adolescenza, subentrava la < [[Muta vocale|muta]] >",<ref>Mutazione della voce che si verifica nei bambini maschi al momento del trapasso biologico alla [[pubertà]] e che determina l'abbassamento di un'[[Ottava (musica)|ottava]] dei suoni prodotti.</ref> e che "i falsettisti artificiali, da parte loro, emettevano spesso suoni sgradevoli",<ref>Celletti, ''Storia'', p. 113.</ref> i castrati ebbero facile partita, sostituendo completamente i falsettisti nella [[Cappella Pontificiapontificia]], all'inizio limitatamente alle parti, per i primi più ardue, di soprano, e verso la fine del [[XVII secolo|Seicento]] anche come contraltisti. L'affermazione dei castrati fuori dall'ambito sacro fu poi anche agevolata dal divieto che era stato imposto da [[Sisto V]] alle donne, nel [[1588]], di mostrarsi sul palcoscenico in tutto lo [[Stato Pontificio]].<ref>Caruselli, I, voce: ''castrato'', pp. 247 e segg.</ref>
 
I falsettisti, sotto il nome di "''altos''", rimasero invece pienamente in uso nei cori [[Chiesa Anglicana|anglicani]] delle cattedrali [[Cattedrale di Canterbury|di Canterbury]] e [[Cattedrale di San Paolo (Londra)|di San Paolo a Londra]],<ref name="falsettista">Caruselli, II, voce: ''falsettista'', p. 438.</ref> ed anche nella musica corale profana britannica (nel genere detto del ''[[glee (musica)|glee]]'')<ref>Caruselli, I, voce: ''controtenore'', p. 298.</ref>, ma non acquistarono mai alcun ruolo maggiore in ambito teatrale<ref>[[Georg Friedrich Händel|Händel]] scrisse qualche parte per ''alto'' maschile, ma solo in ambito oratoriale.</ref>, almeno fino alla seconda metà del [[XX secolo]].<ref name="falsettista"/>