Mezzo di comunicazione di massa: differenze tra le versioni

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Framing significa inquadrare, porre una questione dentro una cornice determinata. Consiste in una operazione simultaneamente concettuale e linguistica “in cui il senso delle parole non indica solamente il senso delle cose di cui si sta parlando, ma lo “orienta” e lo “inquadra” dando o togliendo dalle cose certe loro qualità” (Noblejas, 2006 ). Un esempio rende l’idea con sottile umorismo: “Immaginiamo di far parte dell’equipaggio di una nave. Un bel giorno il nostromo ci dice: “state attenti all’umore del capitano”. Questo sarebbe un “agenda setting”, cioè, sottolineare ed evidenziare una questione pubblica di interesse comune. Ci troveremmo, invece, dinanzi al “framing” qualora il nostromo dicesse: “attenzione! Il capitano è sobrio”. Questa frase apparentemente innocua, che anzi sembra una descrizione “positiva” e piena di buone intenzioni di uno stato di fatto, è invece un’azione che fissa nella nostra mente l’idea che il capitano abitualmente non è sobrio. Tale effetto è indipendente dal fatto che il capitano sia veramente alcolizzato o meno”.
 
Le implicazioni per la comunicazione politica e commerciale hanno moltiplicato gli studi accademici sul framing, anche a dismisura, in modo che oggi quasi tutto si riduce a un problema di inquadramento, confondendo così le frontiere fra linee di ricerca diverse, pur relazionate . Senza entrare ora nel merito dell’attuale discussione accademica sull’argomento, è bene evidenziare una delle formulazioni pioniere ed originali del framing, fornita da [[Robert Entman]]: “Possiamo definire framing come il processo di cogliere alcuni degli elementi di una realtà percepita e di assemblarli in una narrazione che sottolinea le connessioni fra di loro in modo di promuovere un’interpretazione particolare”.
 
Sono quattro le funzioni svolte dai frames, secondo EntamEntman: definire i termini del problema, offrirne una interpretazione causale, incapsulare un giudizio morale su di esso e prospettarne una soluzione o rimedio, una linea di azione. Sicuramente il frame più riuscito della comunicazione politica degli ultimi tempi è stato quello di inquadrare gli eventi e la risposta successiva alle azioni terroristiche del 11 settembre come “war on terror”, guerra al terrorismo. Come afferma Reese, gli antagonisti della politica estera di George Bush non sono riusciti a offrire un contro-frame efficace. Le critiche restano sempre imbrigliate nell’arena definita dal primo, criticando, ad esempio, il fallimento della “guerra al terrorismo”. Chi definisce per primo i termini di una contesa politica o ideologica ha molto guadagnato, così che l’unico modo di contrastarlo è eseguire un’operazione di “re-framing”.
 
Il lettore che conosca la vecchia arte e scienza della Retorica avrà, sicuramente, richiamato alla sua memoria molte delle conoscenze acquisite nello studio della disciplina sulla persuasione nel leggere le scoperte di queste teorie sui media menzionate: l’agenda setting, la spirale del silenzio e il framing. Le loro rilevazioni attraverso metodi positivi caratteristici della sociologia empirica mettono in evidenza l’attualità della Retorica, l’arte del discorso pubblico. La differenza risiede nel fatto, non trascurabile, che il discorso pubblico oggi è mediato dai mezzi di comunicazione sociale, con tutti i condizionanti – commerciali, di linguaggio a seconda dei “formati”, di lavoro “industriale”, anche di potere politico ed economico, ecc.- che questi mezzi portano con sé. Nell’ essenziale però resta discorso, discorso pubblico. Da pochi anni sono iniziati delle ricerche che combinano questi indirizzi metodologici specie nell’ambito della famiglia: sulla rappresentazione della famiglia su Twitter <ref> Víctor Manuel Pérez Martínez, Las representaciones de la familia en Twitter: una panorámica desde la perspectiva de las virtudes sociales pubblicato su Church, Communication and Culture, Volume 1, Issue 1, 2016: http://www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/23753234.2016.1181303</ref>, sulla paternità nel giornalismo, sulle [[serie tv]] e le [[telenovelas]].