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=== Logistica ===
La Valle dell'Astico era collegata con gli altipiani soprastanti tramite mulattiere e sentieri da tempo remoto, sicuramente da epoca romana. Le due direttrici principali che si attestano ben presto sono quella nord-sud, via maestra che dal Vicentino portava verso Trento e oltre detta ''Strada del Lancino'', e quella trasversale che, all'altezza di Brancafora, si staccava dall'altra per salire a Monterovere e portare a Levico tramite il ''Menador''.
La ''Strada del Lancino'' (o ''Lanzin'' o ''Lanzeno)'' deriva il suo nome forse da un gancio usato sulla stanga del controllo al dazio o per facilitare il passaggio. Se ne trova menzione per la prima volta in un documento del 1192<ref (name=reich>{{cita|Reich D., ''Notizie e documenti su Lavarone e dintorni''||Reich}}</ref><ref Namename=seiser4446>{{cita|Seiser|pp. 44-46|Seiser}}</ref>, dove è chiamata Strada dell'Ancino; il Caldogno la chiama "via per Vicenza" o "via per la Germania" o "via imperiale"<ref>{{cita|Caldogno||Caldogno}}</ref>. È citata anche negli Statuti Vicentini del 1264 assieme a quella per Posina e per Val Leogra ''"quae possint carrigari"''<ref name=mantese53>{{cita|Mantese|p. 53|Mantese}}</ref>, cioè "transitabili con carri". Il suo percorso, ancor oggi individuabile, risaliva la valle ai piedi dei monti per poi inerpicarsi da Carotte verso Dazio, Lavarone, Centa e Trento.
L'altra direttrice est-ovest si staccava da quella del Lanzino a Brancafora e attraverso la Valle del Riotorto risaliva a Monterovere per poi innestarsi sul ''"Menador"'' e scendere in Valsugana<ref (name=reich>{{cita|Reich||Reich}}</ref><ref D., ''Notizie e documenti su Lavarone e dintorni,'' Tipolito Giov. name=seiser148>{{cita|Seiser, Trento 1974, |p. 148;|Seiser}}</ref><ref name=carollo47>{{cita|Carollo L., ''Sui sentieri della Valdastico,'' La Serenissima, Vicenza 1991, |p. 47;|Carollo}}</ref><ref name=carotta24>{{cita|Carotta A., ''Le nostre radici. Brancafora,'' La Serenissima, Vicenza 1997, |p. 24)|Carotta}}</ref>. Sentieri minori di epoca antica erano quello che saliva a Luserna, quello della Val Torra (detta oggi la ''"Singela"'') e quella che risaliva la Val d'Assa<ref name=reich148 >{{cita|Reich|p. 148|Reich}}</ref>.
Altre strade di epoca successiva furono il "Nuovo Lanzin" da Caldonazzo a Lavarone del 1600, proseguita nel 1856 e nel 1873 dalla strada carreggiabile fino a Busatti<ref (Tomaso name=franco>{{cita|Franco, ''Giornale di Vicenza,'' 3 ottobre 2000)||Franco}}</ref>, completata fino a Casotto nel 1908 sul versante sinistro dell'Astico e affiancata sul versante destro da quella realizzata da un consorzio di comuni, tra cui Lastebasse, nel 1884<ref (name=carotta28>{{cita|Carotta A., ''Le nostre radici. Brancafora,'' La Serenissima, Vicenza 1997, |p. 28)|Carotta}}</ref>. A proposito della strada costruita nel 1908 sul versante sinistro (all'epoca austriaco) una lapide nella spalliera del ponte a Busatti ha inciso: "''Strada per Casotto, costruita dai Pionier di truppa del Tirolo C 1908 M"''. Più avanti, presso il ponte del Tonech, sotto l'abitato di Lastebasse, si legge: ''"Pion. Abt 1/1 1 Lds Regt Trient 1911"'' cioè: "I Pionieri, sezione 1/1 reggimento territoriale di Trento 1911". La realizzazione della strada si snodava pertanto in questo arco di anni.
Vi era poi la strada che collegava Brancafora con Luserna, utilizzata fino al 1745 per scendere alla chiesa parrocchiale<ref ((name=carotta31>{{cita|Carotta A., ''Le nostre radici. Brancafora,'' La Serenissima, Vicenza 1997, |p. 31|Carotta}}</ref>;<ref name=carollo48>{{cita|Carollo L., ''Sui sentieri della Valdastico,'' La Serenissima, Vicenza 1991, |p. 48)|Carollo}}</ref>, come anche esistevano mulattiere di collegamento tra Rotzo e il fondovalle: una verso San Pietro Valdastico, l'altra verso Pedescala, che hanno dato spunto alle successive carrozzabili di Castelletto e del Piovan del 1898<ref (cfr. name=frescura125>{{cita|Frescura B|p., ''L'Altopiano dei Sette Comuni Vicentini. Saggio di antropogeografia,'' Cimmiago, Genova, 1898, p.125;|Frescura}}</ref><ref name=brentari172>{{cita|Brentari O., ''Guida storico alpina di Bassano e Sette Comuni,'' Pozzato, Bassano, |p. 172)|Brentari}}</ref>.
Anche l'Altopiano di Tonezza-Fiorentini comunicava con il fondovalle con sentieri e mulattiere: la più importante, sorta per accedere alle miniere del Passo della Vena, scendeva da Tonezza a Forni e proseguiva in alto verso Folgaria, in contatto con Fiorentini e Tonezza fin dal Medioevo<ref (cfr. name=sella1617>{{cita|Sella E., ''Tonezza del Cimone. Cent'anni della chiesa. Antiche vicende del paese,'' Tip. Pont. Vesc. S. Giuseppe, Vicenza 1969, |pp. 16-717|Sella}}</ref>.) Nel 1961 il presidente della Repubblica Giovanni Gronchi inaugurò la "direttissima" che su questo itinerario collega Arsiero con Tonezza, proseguito nel 1966 dall'inaugurazione del cosiddetto "Anello del Paradiso" alla presenza del ministro all'Agricoltura e Foreste Franco Restivo (cfr.<ref name=cevese202>{{cita|Cevese T|p., ''Le luci di un altopiano. Tonezza e Fiorentini,'' La Serenissima, Vicenza 1999, p.202)|Cevese}}</ref>.
 
== Note ==
<{{references />|auto}}
 
== Bibliografia ==
* {{Bibliografia|SeiserBrentari|Giov.Brentari SeiserO., Trento,''Guida 1974storico (1^alpina ed.di Bassano e Sette Comuni,'' Pozzato, 1910)Bassano}}
* {{Bibliografia|Caldogno|Caldogno F., ''Relazione dell'Alpi vicentine et passi, Boschi, et Populi loro,'' Biblioteca Bertoliana, 1589}}
* {{Bibliografia|ManteseCarollo|ManteseCarollo GL., ''StoriaSui sentieri della Chiesa VicentinaValdastico,'' AccademiaLa OlimpicaSerenissima, RomaVicenza, 1952, vol. III1991}}
* {{Bibliografia|ReichCarotta|ReichCarotta DA., ''NotizieLe enostre documentiradici..., cit.Brancafora,'' La Serenissima, Vicenza 1997}}
* {{Bibliografia|Cevese|Cevese T., ''Le luci di un altopiano. Tonezza e Fiorentini,'' La Serenissima, Vicenza, 1999}}
* {{Bibliografia|Franco|Tomaso Franco, ''Giornale di Vicenza'', 3 ottobre 2000}}
* {{Bibliografia|Frescura|Frescura B., ''L'Altopiano dei Sette Comuni Vicentini. Saggio di antropogeografia,'' Cimmiago, Genova, 1898}}
* {{Bibliografia|Mantese|Mantese G., ''Storia della Chiesa Vicentina,'' vol. III, Accademia Olimpica, Roma, 1952}}
* {{Bibliografia|Reich|Reich D., ''Notizie e documenti su Lavarone e dintorni''}}
* {{Bibliografia|Seiser|Giov. Seiser, Trento, 1974 (1^ ed. 1910)}}
* {{Bibliografia|Sella|Sella E., ''Tonezza del Cimone. Cent'anni della chiesa. Antiche vicende del paese,'' Tip. Pont. Vesc. S. Giuseppe, Vicenza, 1969}}