Banca Commerciale Italiana: differenze tra le versioni

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===Anni Trenta===
La crisi postbellica dopo il primo conflitto mondiale e quella ancora più grave del [[1929]] misero a dura prova la struttura di tutte le banche universali, sbilanciate nella partecipazione al capitale di rischio delle grandi imprese a cui era stato erogato il credito e di cui detenevano azioni in portafoglio: fra le altre la Comit controllava la [[Acciaierie di Terni|Terni]], l'[[ILVA]] e l'[[Italgas]]. Mentre il principale creditore della Banca era la [[Banca d'Italia]]. Nel 1932 la Banca Commerciale Italiana era in stato di insolvenza. La stessabanca Comitfu nonsalvata fecedall'[[Istituto eccezioneMobiliare Italiano|IMI]] e dall'[[IRI]]: nelToeplitz dovette lasciare l'istituto<ref name=Colajanni/>. Nel [[1934]] la Commerciale fu nazionalizzata e divenne di proprietà dell'[[IRI]] sotto il cui controllo rimase fino al [[1994]], anno in cui fu privatizzata.
 
Dopo l'uscita di Toeplitz, i nuovi amministratori delegati [[Raffaele Mattioli]]<ref>[http://www.ninoaragnoeditore.it/?mod=COLLANE&id_collana=23&op=visualizza_libro&id_opera=401 :: Nino Aragno Editore ::. Biblioteca Aragno: PROFILO DI RAFFAELE MATTIOLI<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> e Michelangelo Facconi e il giovane direttore [[Giovanni Malagodi]] realizzarono una significativa riforma organizzativa, introducendo processi di meccanizzazione, ridefinendo l'attività di sviluppo della clientela e ammodernando la routine per lo studio dei crediti e la valutazione delle prospettive reddituali delle imprese.