Fra Dolcino: differenze tra le versioni

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Dolcino fu processato a [[Vercelli]] e condannato a morte. L'Anonimo Fiorentino (uno dei primi commentatori della ''[[Divina Commedia]]'') riferisce che egli rifiutò di pentirsi e anzi proclamò che, se lo avessero ucciso, sarebbe resuscitato il terzo giorno.
 
Margherita e DolcinoLongino furono [[morte sul rogo|arsi vivi]] sulle rive del [[Cervo (torrente)|torrente Cervo]], il corso d'acqua che scorre vicino a [[Biella]], dove la tradizione identifica ancora una sorta di isolotto detto appunto "di Margherita". Un cronista annota che Dolcino, costretto ad assistere al supplizio dell'amata, "darà continuo conforto alla sua donna in modo dolcissimo e tenero". L'Anonimo Fiorentino, all'opposto, afferma che Margherita fu giustiziata dopo di lui.
 
Per Dolcino si volle procedere a un'esecuzione pubblica esemplare: secondo [[Benvenuto da Imola]] (un altro antico commentatore dantesco), egli fu condotto su un carro attraverso la città di Vercelli, venne [[tortura]]to a più riprese con tenaglie arroventate e gli furono strappati il naso e il pene. Dolcino sopportò tutti i tormenti con resistenza non comune, senza gridare né lamentarsi. Infine fu issato sul rogo e arso vivo.