Erithacus rubecula: differenze tra le versioni

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=== Alimentazione ===
Il pettirosso si nutre in aperta campagna nel sottobosco. Il suo regime alimentare è composto soprattutto da [[invertebrati]] che vivono nel suolo ([[Insetti|insetti]], [[Coleottero|coleotteri]] e rispettive [[Larva|larve]] ma anche [[Gastropoda|gasteropodi]], [[Verme|vermi]] e [[Araneida|ragni)]]. Durante l'autunno e fino alla primavera consuma anche molte bacche e frutti piccoli. La sua tecnica per procacciare il cibo è ben adattata alla vegetazione densa e agli spazi aperti che si trovano sia nel sottobosco sia nei giardini. Accovacciato su un ramo basso osserva l'ambiente vicino e quando individua una preda vola giù e l'afferra per poi accovacciarsi di nuovo. Può anche saltellare sul terreno, fermandosi qua e là per individuare una preda. Nella foresta l'uccello spesso approfitta del fatto che altri animali ([[Cinghiale|cinghiali]], [[Cervus elaphus|cervi]] o [[Fagiano|fagiani]]) disturbano gli insetti o altri animali nel sottosuolo. Forse per questo motivo è sempre molto interessato a seguire una persona intenta a zappare la terra. Si sono anche osservati dei pettirossi che seguivano una talpa, intenta a scavare la galleria, per catturare i vermi.
Nella stagione invernale hanno bisogno di grassi per superare meglio il freddo, quindi per chi dovesse avere questi inquilini nel giardino di casa o sui balconi, può mettere tranquillamente biscottini tritati o anche pezzettini di pandoro, ne vanno molto ghiotti.
 
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Secondo una [[leggenda]] il pettirosso si sarebbe insanguinato il petto tentando di rimuovere con il becco la corona di spine che circondava la testa di [[Gesù Cristo]] sulla croce. Per questo motivo il petto sarebbe rimasto macchiato di rosso.<ref>Cecilia Gatto Trocchi, ''[http://books.google.it/books?id=Osowwagdch8C&pg=PA276&dq=pettirosso+cristo&hl=it&ei=CZvoTpn4IpSL4gTm0eXhCQ&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=9&ved=0CFgQ6AEwCA#v=onepage&q=pettirosso%20cristo&f=false Enciclopedia illustrata dei simboli]'', Gremese Editore, 2004 ISBN 88-8440-325-1</ref>
 
Il suo canto melodioso venne imitato da [[Fryderyk Chopin|Chopin]] nel tema principale della “Grande polonaise brillànte” e da ciò è invalsa l'abitudine di chiamare il Pettirosso “Chopin dell'aria”, mentre più giusto sarebbe stato forse chiamare il famoso musicista “Pettirosso di Varsavia”<ref>{{Cita libro|nome=Cecilia Gatto|cognome=Trocchi|titolo=Enciclopedia illustrata dei simboli|url=https://books.google.com/books?id=Osowwagdch8C|accesso=2016-05-14|data=2004-01-01|editore=Gremese Editore|lingua=it|ISBN=9788884403254}}</ref>.
 
Il pettirosso, antico simbolo dell'anno nuovo, è colui che facilita il passaggio dall'inverno alla rinascita. Ecco anche perché una credenza di origine romagnola associa la migrazione dei pettirossi all'arrivo della neve.