Angkor: differenze tra le versioni

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Angkor Thom è l'ultima capitale edificata ad Angkor, costruita a cavallo della fine del XII secolo.<ref name=Pottier_2005/><ref name=yasuda2012_III>{{cita libro|titolo=Water Civilization: From Yangtze to Khmer Civilizations|curatore=Yoshinori Yasuda|editore=Springer|anno=2012|ISBN=978-4-431-54110-3|capitolo=Part III - Angkor's demise}}</ref> Le sue mura quadrate in laterite alte 8&nbsp;metri, di circa 3&nbsp;km di lato, racchiudono un'area di 145,8&nbsp;ettari e sono circondate da un fossato ampio 100&nbsp;metri.<ref name=rooney2005_190194>{{cita|Rooney, 2005|pp.190-194}}</ref> Ospitava il sovrano, l'elite religiosa e militare e i funzionari del governo, mentre la popolazione comune viveva al di fuori. Mercanti e visitatori stranieri, come Zhou Daguan, la definivano una città opulenta.<ref name=rooney2005_190194/>
 
L'imponenza e rilevanza della struttura chiusa di Angkor Thom persuase molti studiosi a cercare tracce di strutture simili ad essa precedenti. Goloubew ad esempio investigò largamente sulla capitale di Yasovarman negli anni trenta.<ref name=Pottier_2005/> Finora però tuttitutte le tracce che sono state via via proposte come possibili indizi dell'esistenza di vere e proprie cinte murarie precedenti hanno trovato interpretazioni conclusive diverse. Si ritiene generalmente che Angkor sia rimasta fino al regno di Jayavarman VII una struttura fondamentalmente aperta, senza delimitazioni formali, e che nel caso di Angkor Thom abbia giocato un ruolo importante il trauma causato dall'invasione Cham del 1177.<ref name=Pottier_2005/><ref name=Pottier_2012/><ref group=N>Vi sono ipotesi su una prima cerchia muraria ad opera di Suryavarman I, che avrebbe racchiuso il palazzo reale e il suo tempio di stato, il Phimeanakas, in un'area ora compresa in Angkor Thom, vedi Jacques in {{cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/l-archeologia-del-sud-est-asiatico-cambogia_%28Il_Mondo_dell%27Archeologia%29/|titolo=L'archeologia del Sud-Est asiatico. Cambogia - Il Mondo dell'Archeologia|editore=Treccani|anno=2005}}</ref>
 
L'accesso avviene tramite cinque grandi strade rialzate che portano a grandi [[gopura]], alti 23&nbsp;metri e sormontati dalle caratteristiche facce in stile Bayon e da [[Indra]] che monta un elefante a tre teste. Quattro corrispondono alle vie principali che tagliano a metà la città lungo le direzioni cardinali. Il quinto, chiamato "porta della vittoria", si apre a est ed è allineato con il palazzo reale e le due terrazze ad esso prospicienti. Ai quattro angoli vi sono quattro piccoli santuari, chiamati tutti ''Prasat Chrung'', le cui steli di fondazione hanno fornito informazioni preziose sul periodo.<ref name=rooney2005_190194/>