Omotossicologia: differenze tra le versioni

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L<nowiki>’</nowiki>'''Omotossicologia''' o ''Omeopatia antiomotossica'' viene definita dai suoi sostenitori come metodica medica<ref>Bellavite P. Signorini A., ''Fondamenti teorici e sperimentali della medicina omeopatica'', Palermo, Nuova Ipsa Editore, 1992, pp. 46-85; ''Le evidenze scientifiche dell’efficaciadell'efficacia di Omeopatia – Omotossicologia'', Quarta edizione, Milano, Guna Editore, 2008</ref> appartenente all'area delle [[medicina alternativa|medicine alternative]] e basata sullo studio di presunti fattori tossici per l'uomo, chiamati ''omotossine'', identificati come cause di tutte le malattie. L'omotossicologia viene considerata una corrente<ref> [http://www.olisticmap.it/discipline/disciplina.asp?Nome=Omotossicologia Omotossicologia] </ref> (per alcuni uno sviluppo) dell'[[omeopatia]].
 
Un meta-studio su tutti gli studi di omotossicologia, contenuti in sette ''[[database]]'', è stato condotto nel [[2004]]. Le conclusioni alle quali arriva il meta-studio sono che l'omotossicologia non dimostra alcuna efficacia terapeutica<ref>[http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15197516?ordinalpos=5&itool=EntrezSystem2.PEntrez.Pubmed.Pubmed_ResultsPanel.Pubmed_DefaultReportPanel.Pubmed_RVDocSum Homotoxicology--a review of randomised clinical trials]</ref>.
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L'omotossicologia ha portato ad un ampliamento della [[Farmaco|farmacologia]] omeopatica, e la disponibilità di nuovi rimedi, ad integrazione sinergica e complementare della farmacopea omeopatica.
Reckeweg introduce la cosiddetta "Tavola delle Omotossicosi"<ref name=reckeweg/>, quadro sinottico delle patologie, in cui ogni alterazione di organi o Sistemi è messa in correlazione con quella che in Omeopatia viene chiamata la forza vitale del paziente (da Reckeweg identificata con il potenziale reattivo del soggetto). Tramite l’inquadramentol'inquadramento della patologia in tale tavola si afferma che sia possibile definire lo status praesens del paziente e, attraverso gli opportuni farmaci omeopatici-omotossicologici, formulare una proposta terapeutica individuale (in ossequio ad uno dei cardini dell'Omeopatia hahnemanniana: l'individualità).
 
L'omotossicologia avrebbe consentito l'avviamento di un filone di ricerca che, facendo riferimento in particolare alla Biochimica, all'Immunologia ed alla Biologia Molecolare<ref>P. Bellavite, A. Signorini, ''Fondamenti teorici e sperimentali della medicina omeopatica'', Palermo, IPSA Editore, 1992</ref> potesse sostenere il confronto come Medicina basata sull'evidenza scientifica<ref>''Le evidenze scientifiche dell'efficacia di Omeopatia – Omotossicologia'', Quarta edizione. Milano, Guna Editore 2008</ref>.
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Secondo l'Omotossicologia la malattia è da interpretare come la risultante che scaturisce dall'interazione tra ''noxa patogena'', fattori ambientali e soprattutto reattività: le malattie sarebbero l'espressione della lotta dell'organismo contro le [[Tossina|tossine]], al fine di neutralizzarle ed espellerle; ovvero sarebbero l'espressione della lotta che l'organismo compie per compensare i danni provocati irreversibilmente dalle tossine<ref name=reckeweg/>.
A seconda dell'entità dell’aggressionedell'aggressione e dell'integrità del sistema difensivo autologo (che Reckeweg chiama Sistema della Grande Difesa), l'organismo manifesterebbe quadri clinici differenti che si possono classificare in 6 fasi. Nella sua Tavola delle Omotossicosi (quadro sinottico che classifica le diverse patologie), Reckeweg rappresenta i vari gradi di reattività attraverso i quali l'organismo cerca di mantenere o ripristinare la sua omeostasi, il suo equilibrio, il suo stato di salute. Ogni fase rappresenterebbe l'espressione delle diverse capacità reattive (infiammatorie) dell’organismodell'organismo, l’espressionel'espressione di altrettanti tipi di equilibri di flusso raggiunti dall'organismo per conservare la propria omeostasi ristretta.
Si distinguono 2 fasi Umorali, 2 fasi della Sostanza Fondamentale e 2 fasi Cellulari<ref>Reckeweg H. H. Omotossicologia. ''Prospettive per una sintesi della medicina'', Milano, Guna Editore, 1988; Heine H, ''Manuale di Medicina Biologica'', Milano, Guna Editore, 1999</ref>.
* Le Fasi Umorali rappresentano situazioni patologiche in cui la prognosi è favorevole, in quanto espressioni di una buona reattività. Si distinguono: