Mario Camerini: differenze tra le versioni

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Dopo l'esordio nella regia con ''[[Jolly]]'' ([[1923]]), Camerini si impose all'attenzione del pubblico e della critica, sul finire degli anni venti, con alcuni film muti fra cui ''[[Kiff Tebbi]]'' ([[1928]]) e soprattutto ''[[Rotaie (film 1929)|Rotaie]]'' ([[1929]]), una drammatica storia d'amore presentata poco più tardi anche in [[Germania]] con notevole successo, che vide l'esordio dell'attore [[Guido Celano]].
 
Nel [[1932]] diresse un giovane e debuttante [[Vittorio De Sica]] in ''[[Gli uomini, che mascalzoni...]]'', garbata ed accattivante commedia sentimentale d'ambientazione piccolo-borghese che aprì la sua {{senza fonte|cosiddetta "pentalogia borghese":}} seguonoseguirono infatti altri quattro film dello stesso genere, sempre ambientati nel mondo della piccola borghesia (''[[Darò un milione]]'', ''[[Ma non è una cosa seria (film 1936)|Ma non è una cosa seria]]'', ''[[Il signor Max (film 1937)|Il signor Max]]'' e ''[[I grandi magazzini]]''), quasi tutti interpretati dalla coppia [[Vittorio De Sica]] - [[Assia Noris]]. Quest'ultima, russa di origine, diventò, in quegli anni, moglie del regista.
 
Camerini si concesse una divagazione nella farsa vivace (''[[Il cappello a tre punte (film)|Il cappello a tre punte]]'' del [[1934]], con [[Eduardo De Filippo|Eduardo]] e [[Peppino De Filippo]]) ed una nel cinema di propaganda (''[[Il grande appello]]'' del [[1936]], con [[Camillo Pilotto]] e [[Roberto Villa]], sulle conquiste africane del [[fascismo]]).