Seconda Repubblica (Francia): differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
m Errore grammaticale (da "obbiettivi" a "obiettivi").
Riga 87:
Durante la sua presidenza [[Napoleone III di Francia|Luigi Napoleone]] fece una politica ambigua e populista con lo scopo di guadagnare popolarità nei confronti dei cittadini e nel contempo di gettare discredito sul parlamento, per indebolirlo, e preparare così il terreno per un colpo di Stato.
 
Evento emblematico in questo senso fu la spedizione di [[Roma]], con la quale si intendeva reinstaurare negli [[Stato Pontificio|Stati pontifici]] il governo di [[papa Pio IX]], che era fuggito a [[Gaeta]] senza voler ritornare, nonostante i reiterati appelli dei romani, nella città e porre fine alla [[Repubblica Romana (1849)|Repubblica romana]] di [[Giuseppe Mazzini|Mazzini]], eletta a suffragio universale e proclamata il 9 febbraio 1849. Luigi Napoleone era a favore di questa spedizione per soddisfare le richieste dei cattolici, che rappresentavano una sua importante base elettorale, tuttavia rimase sempre ambiguo sugli obbiettiviobiettivi reali della missione, cambiandoli a seconda delle convenienze. L'Assemblea Costituente votò a maggioranza a favore della spedizione militare a [[Civitavecchia]], ufficialmente per difendere Roma dagli austriaci, ma assaltandola il 30 aprile.
 
In tale occasione il corpo di spedizione francese, guidato dal [[Nicolas Charles Victor Oudinot|generale Oudinot]], subì una sonora sconfitta a Porta Cavalleggeri. Tuttavia, dopo un armistizio di un mese e false trattative che mascheravano l'arrivo di ingenti rinforzi, il contingente francese riprese le ostilità il 3 giugno e ai primi di luglio abbatté la Repubblica Romana per reinstaurare il Papato. L'entrata delle forze francesi a Roma scatenò a Parigi, da parte dei sostenitori francesi della Repubblica, rivolte che vennero represse con la forza. Ma quando papa Pio IX, appena ritornato al potere, iniziò una repressione dei movimenti anticlericali, Luigi Napoleone prese abilmente le distanze indicando al Papa, che avrebbe dovuto instaurare un governo liberale, apparendo così ''super partes'' e facendo ricadere le principali responsabilità sull'Assemblea.