Incoronazione della Vergine di Città di Castello: differenze tra le versioni

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==Storia==
La pala venne dipinta a Firenze nella bottega di Ghirlandaio e successivamente spedita in Umbria. Viene considerata in maggior parte opera di bottega, sebbene il disegno e alcuni dettagli spettino al maestro. Recentemente (Caracciolo 2013) la pala è stata individuata come quella dell'altare maggiore della chiesa delle monache francescane terziarie del Paradiso, dette volgarmente della Paola (dal nome della fondatrice): la chiesa oggi coincide con il parlatorio di Santa Cecilia. In base a questa identificazione, il secondo santo da sinistra sarebbe San Paolo, mentre il secondo da destra San Girolamo (per la vicinanza del complesso dei Gesuati, oggi Seminario).
 
==Descrizione e stile==
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*Emma Micheletti, ''Domenico Ghirlandaio'', in ''Pittori del Rinascimento'', Scala, Firenze 2004. ISBN 88-8117-099-X
*Andreas Quermann, ''Ghirlandaio'', serie dei ''Maestri dell'arte italiana'', Könemann, Köln 1998.
*Raffaele Caracciolo, ''La “Pala di Santa Cecilia” di Luca Signorelli (e una proposta per l'”Incoronazione della Vergine” del Ghirlandaio)'', in “Pagine Altotiberine”, n. 51, Associazione Storica dell’Alta Valle del Tevere, Città di Castello 2013.
 
==Voci correlate==