Adattamento del diritto italiano al diritto internazionale: differenze tra le versioni

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L<nowiki>'</nowiki>''ordine di esecuzione'', invece, è una disposizione "in bianco" che rinvia ellitticamente al testo del trattato, in genere con la formula "si dà piena ed intera esecuzione al trattato" o simili. Si discute in dottrina la natura del rinvio così operato, se sia fisso<ref>Così Vezio Crisafulli, ''op. cit.'', p. 68.</ref> (ovvero cristallizzi il testo e l'ambito di efficacia del trattato al momento della ratifica) oppure se presenti elementi di mobilità.<ref>Così Antonio D'Atena, ''op. cit.'', pp. 185 ss.</ref> Quel che è certo è che l'efficacia del rinvio operato dall'ordine di esecuzione è subordinata alla ratifica, che nel nostro ordinamento spetta al [[Presidente della Repubblica Italiana|Presidente della Repubblica]] su autorizzazione del [[Parlamento della Repubblica Italiana|Parlamento]] (articolo 80 Cost.).<ref>Antonio D'Atena, ''op. cit.'', p. 186.</ref>
 
Il ''dispositivo automatico'' invece opera come un "trasformatore permanente" (secondo la definizione del giurista [[Tomaso Perassi, Lezioni di diritto internazionale, Padova, 1957, p. 29|Perassi]]<ref>{{Cita libro|autore=Perassi Tomaso|titolo=Lezioni di diritto internazionale|anno=1957|editore=|città=Padova|p=29|pp=|ISBN=}}</ref>), producendo un continuo rinvio (senz'altro mobile) "automatico, completo, immediato e continuo".<ref>Vezio Crisafulli, ''op. cit.'', p. 69.</ref> Nell'ordinamento italiano questo dispositivo è costituito dall'articolo 10 comma 1 della Costituzione: "L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale ''generalmente riconosciute''". La disposizione fa dunque esplicito riferimento al solo ambito del diritto internazionale "generale", con esclusione del diritto internazionale "pattizio", per cui la dottrina maggioritaria e la prassi ritengono sempre necessario l'adattamento mediante ordine di esecuzione (o procedimento ordinario).
 
===La tesi di Joseph Schmitt e Rolando Quadri===