Lancia (azienda): differenze tra le versioni

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Con la cessazione della produzione della Dikappa, di fatto si chiudeva quello che può considerarsi il primo ciclo di fase tecnica della Lancia anche se il concetto tradizionale del telaio verrà naturalmente mantenuto nella costruzione degli [[autocarro|autocarri]].
 
Ed eccoci alla [[Lancia Lambda|Lambda]], il primo dei due capolavori di Vincenzo Lancia (il secondo sarà, nel [[1936]], l'[[Lancia Aprilia|Aprilia]]): effettivamente le idee messe in atto con questo modello si riveleranno qualcosa di profetico, schiudendo orizzonti impensati. La Lambda nasceva ufficialmente nell'autunno del [[1922]], quando veniva esposta ai Saloni di Parigi e Londra ma la produzione vera e propria (e le consegne) iniziavano verso la metà del [[1923]]. L'atto di nascita della Lambda risaliva però all'immediato dopoguerra, esattamente al 7 dicembre [[1918]], giorno in cui Vincenzo Lancia depositava la richiesta per il brevetto (rilasciato poi il 28 marzo [[1919]], col numero 171922) di un nuovo modello di autovettura, denominato "vettura automobile in cui il elaiotelaio è soppresso". Il veicolo rappresentato negli schizzi tecnici ha la sagoma di un fuso, radiatore di forma circolare, la sospensione anteriore (semi-indipendente) a balestra trasversale, ma la caratteristica più rivoluzionaria era la soppressione del telaio convenzionale a longheroni sostituito da una membratura portante in lamiera imbutita disposta in maniera tale da far lavorare la scocca della vettura come una trave unica. Il pianale risultava sensibilmente abbassato perché l'albero di trasmissione, abbandonata la classica sistemazione al di sotto del pavimento, era qui posizionato in un tunnel che passava all'interno dell'abitacolo (i passeggeri, dunque, venivano a sedere ai lati dell'albero di trasmissione anziché al di sopra di esso). In pratica, Vincenzo Lancia aveva inventato la [[scocca portante]].
 
Nel [[1921]], la Lambda prendeva forma: sotto l'occhio vigile del Lancia, i progettisti Rocco e Cantarini realizzavano il motore a 4 cilindri a V stretto rotante al bel regime di 3250 giri, mentre Scacchi (responsabile del reparto esperienze) ne eseguiva la messa a punto. Il 1º settembre [[1921]] il primo prototipo Lambda era pronto e Vincenzo in prima persona iniziava i collaudi nei dintorni di [[Torino]]. Laboriosa si rivelerà in particolare la messa a punto della sospensione anteriore: poiché il sistema scelto - la famosa sospensione a ruote indipendenti - era del tipo “a cannocchiale” (montanti telescopici con molle elicoidali disposte concentricamente ai montanti) non si poterono montare i soliti ammortizzatori a frizione e si dovette studiare l'adozione di un tipo di ammortizzatore idraulico a sua volta concentrico alla molla della sospensione. Grazie alla sospensione a ruote indipendenti ed alla rigidità della scocca, la tenuta di strada della Lambda risulterà di gran lunga superiore a quella delle altre automobili contemporanee, in particolare sui fondi sconnessi (ovvero sulla stragrande maggioranze delle strade dell'epoca) tanto da farne una vettura dalle prestazioni “stradali” notevoli, malgrado una [[potenza (fisica)|potenza]] del motore buona ma non eccelsa ed una [[velocità]] massima che, nelle prime serie, sarà inferiore ai 115 km/orari (nelle serie successive, salirà poi sino ad oltrepassare la soglia dei 120 all'ora).