Costantino Lascaris: differenze tra le versioni

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Lascaris fu allievo di [[Giovanni Argiropulo]], uno dei più noti eruditi del Rinascimento. Nel [[1453]], dopo la [[caduta di Costantinopoli]], giunse in esilio in [[Italia]] dopo un breve periodo trascorso a [[Corfù]], grazie all'intermediazione del cardinale [[Basilio Bessarione]]. Nel [[1460]] si recò presso la corte sforzesca di [[Milano]], dove [[Francesco Sforza]] lo assunse quale docente per sua figlia Ippolita. Qui divenne rapidamente il fulcro di un circolo di umanisti.
 
In seguito Lascaris insegnò lingua greca all'Università di Roma, chiamato dal Bessarione, a Napoli dove la sua presenza fu sollecitata dal re [[Ferdinando I di Napoli|Ferdinando I]] e, infine, dal [[1466]] alla morte, a [[Messina]], dove fra i suoi studenti vi fu [[Pietro Bembo]] ([[1492]]-[[1494]]) e [[Michelangelo Florio]]<ref>[http://www.shakespeareandflorio.net/index.php?option=com_docman&task=doc_view&gid=46&tmpl=component&format=raw&Itemid=27 Synthetic biography on the life of Michel Agnolo Florio], pg. 1</ref>.
 
Lascaris nel [[1476]] scrisse una grammatica greca, intitolata ''Erotémata'', stampata in quell'anno a Milano da [[Dionisio Paravisino]] e dedicata al cancelliere ducale [[Cicco Simonetta]], che fu il primo libro interamente in lingua e caratteri greci stampato in Europa. Tale grammatica fu in seguito ristampata da [[Aldo Manuzio]] nel [[1495]] con 150 aggiunte e correzioni che il Lascaris aveva affidato a [[Pietro Bembo]] per la nuova edizione. Alla sua morte Lascaris lasciò ben 76 volumi per il [[Senato Messinese]]. La collezione fu poi trasferita in [[Spagna]] dove è attualmente conservata alla Biblioteca Nacional.
 
== Note ==
<references/>
 
==Bibliografia==