Carlo Maria Carafa: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
Suo padre Fabrizio morì giovane, quando Carlo aveva solo 20 anni. Ereditò da quest'ultimo i titoli nobiliari. Divenne quindi principe della [[Roccella (Palermo)|Roccella]], marchese di [[Castelvetere]], conte di [[Grotteria]], di [[Condoianne]] e signore di [[Bianco (Italia)|Bianco]] e [[Siderno]].
 
=== Matrimonio con Isabella d'Avalos e morte dello zio Giuseppe Branciforti ===
Nel 1674 conviene a nozze con la cugina [[Isabella d'Avalos]], figlia dei [[Vasto|Marchesi del Vasto]]. Dal matrimonio con Isabella nacque una figlia morta giovanissima. L'anno dopo, in seguito alla morte dello zio Giuseppe Branciforti, fratello della madre, Carlo divenne principe di [[Butera]], marchese di [[Militello]] e [[Barrafranca]], conte di [[Mazzarino (Italia)|Mazzarino]] e del [[Grassuliato]], barone di [[Belmonte]], [[Fontana Murata]], [[Radali]], signore di [[Niscemi]], di [[Occhiolà]] e del [[Biviere di Lentini]].
 
=== Trasferimento a Mazzarino ===
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=== La Chinea ===
Nel 1683 [[Carlo II di Spagna|Carlo II]], re di Spagna, lo nomina ambasciatore per la consegna della [[Chinea]] al papa, che allora era [[Innocenzo XI]]. La consegna, avvenuta il 2 febbraio 1684, fu talmente sfarzosa da sorprendere la classe nobiliare romana.
 
=== Opere architettoniche ===
Carlo Maria Carafa contribuì alla costruzione di varie chiese nei territori di [[Mazzarino (Italia)|Mazzarino]], [[Butera]] e [[Niscemi]] o al restauro di edifici già presenti.
 
=== Occhiolà ===