Motocarrozzetta: differenze tra le versioni

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==Le competizioni==
{{doppia immagine|right|Fotothek df roe-neg 0006457 002 Nürnberger Rennfahrer Ebersberger und Strauß.jpg|150|Fotothek df roe-neg 0006301 036 Motorradfahrer beim Stadtparkrennen "Rund um das Scheibenholz".jpg|137|Il pilota e (soprattutto) il co-pilota spostano il proprio peso all'interno della curva per bilanciare meglio il veicolo}}
Come per le motociclette tradizionali, anche le motocarrozzette sono state impiegate in competizioni sin dagli albori del motociclismo e l'asimmetria del veicolo ha sempre imposto a pilota e passeggero una particolare e spettacolare tecnica di pilotaggio per poterlo spingere al limite. Tale asimmetria, sia geometrica che della distribuzione dei pesi, influenza pesantemente la dinamica del veicolo: sempre presente nel sidecar è l'imbardata indotta dalla spinta del motore in accelerazione (che fa girare il veicolo dalla parte del carrozzino) e dai freni nel caso opposto (con opposto effetto).

Inoltre la moto, che è molto più pesante del carrozzino e non può piegarsi per contrastare la forza centrifuga, tende a ribaltarsi quando affronta a velocità eccessiva (detto "punto di ribaltamento") una curva dal lato del carrozzino, imponendo all'equipaggio di contrastare questo effetto spostando il loro peso all'interno della curva. Tale compito grava fondamentalmente sul passeggero, che resta acquattato dietro la carena durante la percorrenza dei tratti rettilinei per opporre la minore resistenza aerodinamica e si appende letteralmente a sbalzo in curva, spostando il proprio peso verso il centro della curva per mantenere il baricentro dell'intero "sistema" (motocarrozzetta più occupanti) nella posizione più vantaggiosa per l'equilibrio del mezzo, rendendolo così sostanzialmente più veloce.
 
[[File:Sidecars Isle of Man TT Race.jpg|thumb|Sidecar in competizione all'Isola di Man]]