Fontana del Tritone: differenze tra le versioni

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La fontana del Nettuno, nel complesso, trasmette un esplicito messaggio di esaltazione dinastica della famiglia Barberini, alla quale apparteneva il papa: le api, infatti, sono il simbolo araldico della casata, e alludono al trionfo della Divina Provvidenza, mentre i delfini rimandano per via simbolica ai benefici elargiti dalla famiglia papale. Similmente, il tritone intende annunciare al mondo il fasto del Pontefice oppure, secondo altre interpretazioni, simboleggia l'immortalità raggiunta attraverso lo studio delle discipline umanistiche, in riferimento alle notevoli doti letterarie di Urbano VIII, compositore tra l'altro di una ragguardevole raccolta di poemi.<ref name=poems>{{cita web|url=http://www.specchioromano.it/Fondamentali/Lespigolature/2004/Ottobre/La%20fontana%20del%20Tritone%20Capolavoro%20del%20Bernini.htm|titolo=La Fontana del Tritone Capolavoro del Bernini|accesso=3 settembre 2016}}</ref>
 
La figura del Tritone, infatti, è ripresa dal primo libro delle ''[[Le metamorfosi (Ovidio)|Metamorfosi]]'' di [[Ovidio]], dove si narra per l'appunto di un tritone che, emergendo dai flutti, suona nella sua buccina cava, così da annunciare al mondo il trionfo degli dei. Bernini, in ogni caso, per la figura del tritone trasse ispirazione dalla fontana dell'Aquila, realizzata da [[Stefano Maderno]] e collocata nei [[giardini Vaticani]];<ref>{{cita|Pinton|p. 35|DP}}.</ref> il motivo dei quattro delfini, invece, venne ripreso da un gruppo simile di [[Nicolas Cordier]] destinato ad una fontana sempre dei Giardini Vaticani, oggi scomparsa.<ref name=poems/>
 
Al di là della perfezione tecnica, dell'armonia compositiva e del gusto artistico, che fanno della fontana del Tritone una delle più belle e più visitate di Roma, Bernini qui impiegò per la prima volta un particolare espediente, che poi sfruttò di nuovo in seguito con successo nonostante le molte critiche: si tratta della base cava del gruppo scultoreo principale. Contrariamente a quanto sempre realizzato fino ad allora, il gruppo centrale non poggiava infatti su un balaustro o un pilastro centrale, ma su una struttura (nello specifico, le code dei delfini) che lasciava un vuoto al centro, così da conferire maggiore slancio ed eleganza alla composizione.
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== Collegamenti ==
{{metroroma|linea=A|Barberini}}