Nina Giustiniani: differenze tra le versioni

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A Genova, la marchesa animò dal [[1827]] quello che fu uno dei salotti filo-repubblicani dell'Ottocento svolgendo attività di patriota con raccolta di fondi e propaganda fra le personalità simpatizzanti della [[Giovine Italia]] [[mazzini]]ana. Fra i frequentatori del suo salotto ''politico'' vi erano Agostino Spinola, [[Giacomo Balbi Piovera]], Nicola Cambiaso e Bianca Rebizzo, moglie di Lazzaro Rebizzo, poi amante dell'armatore [[Raffaele Rubattino]], organizzatore della [[spedizione dei Mille]]. È in tale ambito che, nel [[1830]], fa la conoscenza dell'allora giovane ufficiale del genio [[Camillo Cavour]].
 
Con Cavour mantenne dalla casa di Palazzo De Mari un fitto rapporto epistolare (arrivando a scrivergli fino a centocinquanta lettere in un anno<ref>Parte della corrispondenza è stata raccolta da un collezionista americano, Henry Nelson Gay, dopo essere stata rinvenuta in un ripostiglio nascosto dello scrittoio appartenuto a Stefano Giustiniani, mentre una restante parte del varteggiocarteggio è stata recuperata fra le carte private dello stesso Cavour.</ref>), soprattutto quando il futuro statista, autore di un discorso contro la tirannide interpretato come moto anti-monarchico, venne richiamato a [[Torino]] il 15 dicembre dello stesso anno.
 
Particolare scandalo destò la sua partecipazione ad una rappresentazione lirica in abito di sgargiante colore in disprezzo dei giorni di lutto susseguenti alla morte di Carlo Felice. Per questo motivo la famiglia fu osteggiata dalle autorità locali e Nina dovette trasferirsi a vivere a [[Milano]] presso una congiunta. Vi resterà fino al [[1834]].