Redvers Buller: differenze tra le versioni

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|Nazionalità = britannico
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Fu il comandante in capo, nella fase iniziale della [[seconda guerra boera]], delle forze dell'[[Impero britannico]] impegnate in [[Africa del Sud]].
 
Dopo una brillante carriera in cui aveva dimostrato capacità militari, risolutezza e coraggio individuale, e dopo essere stato per molti anni il principale luogotenente del [[feldmaresciallo]] sir [[Garnet Wolseley]], comandante in capo dell'[[British Army|Esercito britannico]], Redvers Buller non riuscì a compiere con successo la sua missione più importante in Africa del Sud. Posto al comando del corpo di spedizione britannico nel dicembre 1899, subì, anche a causa degli errori politici e militari compiuti dai suoi predecessori, alcuni gravi insuccessi iniziali che portarono alla sua sostituzione con il feldmaresciallo [[Frederick Roberts]], il grande avversario del feldmaresciallo Wolseley nella guerra delle fazioni che dilaniava l'esercito britannico di fine [[anni 1800|Ottocento]].
 
Rimasto alla testa delle forze campali impiegate in [[Natal (provincia)|Natal]] (''Natal Field Force''), nella seconda parte della guerra Buller recuperò parte della sua reputazione con una riuscita campagna che portò alla [[Assedio di Ladysmith|liberazione di Ladysmith]] e all'avanzata verso nord fino al confine settentrionale del [[Transvaal]].
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=== La grande guerra boera ===
All'inizio della seconda guerra boera Buller era al culmine della sua carriera; egli aveva il comando del I Corpo d'armata, il nucleo principale dell'Esercito britannico e sembrava il successore designato del feldmaresciallo Wolseley, ormai in fase di declino fisico ma ancora comandante in capo dell'esercito<ref>T.Pakenham, ''La guerra anglo-boera'', pp. 99-101.</ref>. Venne quindi assegnato a lui l'importante incarico di comandare la massa di manovra offensiva destinata ad intervenire in Africa del Sud ed invadere direttamente le due Repubbliche Boere.
[[File:Redvers buller.png|thumb|upright|Il generale Redvers Buller nel periodo di comando in Patria ad [[Aldershot (Hampshire)|Aldershot]]]]
Il comando gli venne affidato, in realtà, nonostante l'opposizione dei membri della cosiddetta "fazione indiana" del feldmaresciallo [[Frederick Roberts]] e dei suoi collaboratori già presenti in Africa, principalmente il generale [[Ian Standish Monteith Hamilton|Ian Hamilton]], il generale [[George Stuart White|George White]], ed il colonnello [[Henry Rawlinson]]. Il cosiddetto ''Roberts ring'' era costituito prevalentemente da ufficiali impegnati in precedenza nelle vari guerre in [[India]] e [[Afghanistan]], in costante rivalità con gli "africani" del feldmaresciallo Wolseley; anche lo stesso Ministro della Guerra [[Henry Petty-Fitzmaurice, V marchese di Lansdowne|Lord Lansdowne]], un amico di Roberts, era dubbioso sulle effettive capacità del generale Buller. Questi avversari erano pronti a cogliere suoi eventuali errori militari per rimuoverlo dal comando<ref>T.Pakenham, ''La guerra anglo-boera'', pp. 101-104.</ref>.
 
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Buller, difeso dal feldmaresciallo Wolseley e anche dalla [[Regina Vittoria]]<ref>T.Pakenham, ''La guerra anglo-boera'', p. 302.</ref>, pur perdendo il comando supremo, venne mantenuto alla testa delle forze campali in Natal incaricate di liberare Ladysmith anche con il concorso della nuova divisione in arrivo del generale Charles Warren; nel frattempo il geldmaresciallo Roberts, coadiuvato dall'energico generale [[Horatio Kitchener]], avrebbe organizzato una grande massa di manovra per marciare direttamente fin nel cuore delle Repubbliche Boere<ref>T.Pakenham, ''La guerra anglo-boera'', pp. 373-376.</ref>.
 
Nel mese di gennaio [[1900]], quindi, il generale Buller, dopo l'arrivo dei rinforzi, fece un nuovo tentativo di liberare Ladysmith con un'ampia manovra di aggiramento delle linee del Tugela; questa complicata manovra tuttavia si concluse una nuova e ancor più dura sconfitta nella [[Battaglia di Spion Kop]], causata in parte dall'inettitudine del generale Warren, ma anche da carenze di controllo e di comando dello stesso Buller<ref>T.Pakenham, ''La guerra anglo-boera'', pp. 346-368.</ref>. Seguirono nuove pesanti critiche da parte di politici e generali dell'''entourage'' del feldmaresciallo Roberts; al generale vennero anche affibbiato vari soprannomi irridenti, tra cui "Reverse" - rovescio - Buller, con un gioco di parole con il suo nome, e "il traghettatore del Tugela"<ref>T.Pakenham, ''La guerra anglo-boera'', p. 305.</ref>. Le critiche al generale vennero ulteriormente rafforzate da un insuccesso anche nel terzo tentativo di sbloccare Ladysmith verificatosi alla fine di gennaio nella [[battaglia di Vaal Kranz]]<ref name="T.Pakenham, p. 369">T.Pakenham, ''La guerra anglo-boera'', p. 369.</ref>.
 
Il "generale [[Caronte]]", un altro soprannome ironico assegnato a Buller da truppa e generali<ref name="T.Pakenham, p. 369"/>, riportò indietro le sue forze sconfitte, ma iniziò a pianificare subito una nuova manovra strategica, basata sulle precedenti deludenti esperienze, per liberare finalmente la esausta e sfibrata guarnigione di Ladysmith.