Federico V del Palatinato: differenze tra le versioni

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Questo era il contesto in cui la Confederazione Boema venne convocata il 25 marzo [[1620]]. Federico chiese nuove tasse ed una coscrizione obbligatoria per combattere le forze imperiali. Per trovare i fondi necessari a sostenere le forze militari boeme, Federico utilizzò persino i suoi fondi privati, impegnando i suoi gioielli e, nel maggio del 1620, portando l'Elettorato Palatino quasi sull'orlo della bancarotta quando decise di portare in Boemia due tonnellate d'oro parte delle casse del suo stato.
 
Altre cattive notizie ad ogni modo attendevano Federico V. [[Giacomo I d'Inghilterra]] si rifiutò di supportare militarmente il genero. I [[Paesi Bassi]] inviarono piccole forze in gruppi e promisero solo 50.000 fiorini al mese a Federico per sostenere le spese connesse. A completare questo pessimo quadro, il 3 luglio [[1620]], l'[[Unione Protestante]] siglò il [[Trattato di Ulma (1620)|Trattato di Ulma]] col quale ritirò il suo supporto a Federico dichiarandosi neutrale nel conflitto tra il re di Boemia e la Lega Cattolica.
 
==== La Battaglia della Montagna Bianca (8 novembre 1620) ====
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Nell'estate del 1621, [[Giovanni II del Palatinato-Zweibrücken]], tutore formale di Federico che aveva servito nel frattempo come reggente dell'Elettorato Palatino quando Federico dovette abbandonare le sue terre alla volta di Praga, diede le dimissioni dal suo incarico.
 
Ad ogni modo, [[Ernst von Mansfeld]] continuò ad occupare parte dell'[[Alto Palatinato]] con le sue truppe e riuscì a resistere ai tentativi di attacco perpetrati a danno della regione da [[Johann Tserclaes, conte di Tilly]]. Mansfeld passò nel [[Palatinato (regione)|Palatinato Renano]] all'inizio del 1622, ed il 21 aprile di quello stesso anno si incontrò li con Federico V. L'ex sovrano boemo tentò così di convincere altri principi protestanti a ricostituire l'Unione Protestante, ma l'azione ebbe poco successo. La causa di Federico riprese vigore il 27 aprile 1622 con la vittoria di Mansfeld sulle truppe di Tilly nella [[Battaglia di Mingolsheim]], presso [[Wiesloch]], ma questo successo ebbe breve vita. Le forze di Federico al comando del margravio [[Giorgio Federico di Baden-Durlach]] vennero sconfitte nella [[Battaglia di Wimpfen]] del 6 maggio 1622, mentre le forze al comando di [[Cristiano di Brunswick]] vennero sconfitte pesantemente nella [[Battaglia di Höchst]] il 20 giugno 1622.
 
Col permesso di Federico, in vendetta, Mansfeld razziò [[Darmstadt]] e catturò prigionieri [[Luigi V d'Assia-Darmstadt]] e suo figlio [[Giovanni d'Assia-Braubach|Giovanni]]. Questo fatto si presentava chiaramente come una violazione delle leggi imperiali e costò a Federico anche quel poco di simpatia che gli rimaneva in Europa. Durante la sua ritirata in [[Alsazia]], Mansfeld bruciò ancora una città e trenta villaggi.
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=== L'esilio (1622–1632) ===
Tra la fine del 1622 e l'inizio del 1623, Federico organizzò il governo in esilio del [[Palatinato (regione)|Palatinato]] a [[Le HagueL'Aia]]. Il consiglio della corona venne guidato da [[Ludwig Camerarius]].
 
Tentativi di riconciliare Federico con l'imperatore vennero fatti nel 1624–25 e nuovamente 1627, ma finirono in nulla. Federico cercava il compromesso con l'imperatore, ma voleva ovviamente la restituzione delle sue terre e dei suoi titoli, mentre l'imperatore non era incline a restaurare Federico alla sua posizione dopo tutto quanto successo. Federico conservò la speranza di riacquisire le proprie terre militarmente, ma queste speranze vennero represse il 27 agosto 1626, quando le forze di [[Cristiano IV di Danimarca]] vennero sconfitte da quelle del Tilly nella [[Battaglia di Lutter]].
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Federico, il 17 gennaio 1629, mentre era in viaggio verso [[Amsterdam]] per vedere il tesoro della flotta spagnola catturato dalla [[Compagnia olandese delle Indie occidentali]], si vide ribaltare la barca con la quale stava attraversando l'[[Haarlemmermeer]], un corso d'acqua presso [[Haarlem]]. Federico sopravvisse all'incidente (pur impiegando quindici mesi a rimettersi completamente), ma il figlio primogenito [[Enrico Federico del Palatinato|Enrico Federico]] annegò.
 
Alla [[Dieta di RegensburgRatisbona (1630)|Dieta di Ratisbona]] del [[1630]] chiese formalmente il perdono dell'imperatore per aver accettato la corona di Boemia ed ammise i suoi sbagli, ma ancora una volta le sue suppliche rimasero inascoltate. Nel marzo del [[1631]], Federico chiese al diplomatico sir Robert Anstruther di discutere col conte [[Ernesto Egon VIII di Fürstenberg-Heiligenberg]], presidente del Consiglio Privato imperiale, di restaurare le terre di Federico, ma Federico morì prima che il suo sogno potesse venire reificato.
 
=== Gli ultimi anni ===