Ferruccio Parri: differenze tra le versioni

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Fu per Parri un duro colpo, [[Enzo Biagi]] riporta che confidò al suo avvocato: «Forse non basta vivere pulitamente, per i miei nemici avrei dovuto morire. Ma non è colpa mia se sono ancora qui».<ref>{{Cita libro|cognome=Biagi |nome=Enzo |titolo=Mille camere |anno=1984 |pagine=39 |url=http://books.google.it/books?ei=bWGsTfa-BtHysgaqnMmPCA&ct=result&id=SrouAAAAIAAJ&dq=%22avrei+dovuto+morire%22 |editore=A.Mondadori |isbn=978-88-04-28370-6 }}</ref>
 
Nel [[1958]] in vista delle imminenti elezioni politiche dell'anno successivo, Parri si candidò come indipendente nelle liste del [[Partito Socialista Italiano|PSI]] risultando eletto, tornando così dopo un'assenza di cinque anni, al [[Senato della Repubblica|Senato]]. Contestò aspramente il [[governo Tambroni]], che godeva dell'appoggio esterno dei neofascisti del [[Movimento Sociale Italiano|MSI]], e la sanguinosa repressione delle proteste popolari nel "[[Fatti di Genova del 30 giugno 1960|30 giugno a Genova]]" e nella [[Strage di Reggio Emilia]].
[[File:Ferruccio Parri 1974.jpg|thumb|upright=1.3|Parri, celebrazione del 25 aprile 1974 a Milano]]
[[File:Ferruccio Parri.jpg|thumb|upright=1.3|Parri negli anni settanta]]