Campagna di Tunisia: differenze tra le versioni

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Il 7 marzo Rommel decise di ritirarsi in Tunisia per motivi di salute. Il comando operativo delle forze italo-tedesche passò nelle mani del generale Hans-Jürgen von Arnim. Il 23 marzo, (grazie a rinforzi italiani) la [[10. Panzer-Division (Wehrmacht)|10. Panzer-Division]] poté riprendere l'iniziativa contrattaccando ferocemente le avanguardie americane: i [[Bersaglieri]] del 7º Reggimento assalirono le posizioni, ricacciando le forze americane dalle pendici est del colle Djebel Berda e avanzando 10 chilometri.
 
{{senza fonte|Nella [[Battaglia di El Guettar]], gli assalti americane vennero fermati dai fanti della ''divisione corazzata italiana Centauro'' ([[Giorgio Carlo Calvi di Bergolo]]) a costo di gravissime perdite. Patton poteva contare su 88.000 soldati (ben quattro divisioni), contro i circa 800 Tedeschi e 7.850 Italiani della Divisione "Centauro". La scalata delle forze americane verso la cima del Hill 369 venne bloccata all'ultimo momento dai Bersaglieri del 5º Reggimento. Particolarmente colpiti in furiosi combattimenti corpo a corpo gli uomini della E Compagniacompagnia del colonnello Edwin H. Randle, che dopo aver difeso strenuamente la loro posizione furono costretti a cedere. Dopo un inizio promettente, le truppe italo-tedesche si ritirarono in una zona montagnosa in cui gli attacchi statunitensi sortirono scarsi effetti, tanto che Patton decise di sostituire il comandante della I Divisione corazzata [[Orlando Ward]] per gli insuccessi ottenuti}}.
 
Il 6 aprile 1º Reggimento ''San Marco'' agli ordini del generale von Arnim, combatté duramente nella battaglia di Wadi Akarit: il comando italo-tedesco aveva ordinato la resistenza a oltranza sulla collina con tutte le forze disponibili; tuttavia nella notte del 19-20 aprile le linee di difesa italiane nella furono infine spezzate.