Vittorio Amedeo I di Savoia: differenze tra le versioni

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Rimasti fino a settembre 1619 a [[Parigi]], la coppia partì in seguito per il Piemonte. In novembre, raggiunta [[Chambéry]], venne ricevuta dalla corte e si diede inizio alle feste.
 
{{citazione necessaria|Cristina portò a [[Torino]] quella spensieratezza che da tempo si respirava alla corte parigina. Vittorio Amedeo, uomo poco avvezzo alla vita mondana, partecipava malvolentieri alle feste organizzate dalla moglie, sebbene l'amasse profondamente. Alla gioia di vivere introdotta da Cristina preferiva solitarie passeggiate nei boschi o la caccia.}}
 
=== Politica ===
Vittorio Amedeo salì al trono alla morte del padre, nel [[1630]]. La politica di Carlo Emanuele (in particolare il suo coinvolgimento nella [[Guerra di successione di Mantova e del Monferrato|seconda guerra del Monferrato]]) aveva portato forte instabilità nei rapporti con Francia e Spagna, e pochi vantaggi per il Ducato di Savoia nella conquista di alcuni territori monferrini, dove l' intero [[Monferrato]], era tenuto ancora saldamente dal [[Duca di Mantova]] [[Carlo I di Gonzaga-Nevers|Carlo I Gonzaga]], dove anche il territorio mantovano ebbe diversi problemi a cui badare dopo il [[Sacco di Mantova]]. Per difendere lo stato, Vittorio Amedeo I aveva bisogno di milizie, ma mancava sia il denaro per reclutare truppe mercenarie sia la possibilità di creare un forte esercito piemontese.
 
Vittorio Amedeo cercò in ogni caso di potenziare il piccolo esercito che aveva ereditato dal padre, decimato dalle guerre di successione del Monferrato. Dall'esempio che [[Gustavo II Adolfo di Svezia]] stava dando all'Europa, il duca di Savoia aveva capito l'importanza di un esercito stabile e ben addestrato. Vittorio Amedeo I ordinò di potenziare l'artiglieria, che divenne una delle più imponenti d'Europa, anche grazie all'apertura di un'apposita scuola per artiglieri. Nei sette anni del suo regno, il duca di Savoia riuscì a contare sotto le armi ben 20.000 uomini<ref> {{cita libro|Renata|Stroisa Comoglio|La prima Madama Reale|Daniela Piazza Editore|2003}} pp. 46-47 </ref>.