La ragazza di via Millelire: differenze tra le versioni
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== Trama ==
[[Torino]], zona [[Mirafiori sud]]. Elisabetta Pellegrino, detta Betty, è una ragazzina di tredici anni: un caso difficile per i servizi sociali: non porta soldi a casa, non rende, si rifiuta cioè di prostituirsi. Viene di conseguenza respinta dalla famiglia ed è costretta ad iniziare un lungo viaggio attraverso il sottobosco sociale e le istituzioni della città - tra prostituzione, eroina, violenza - in un'interminabile fuga.
A lei cerca di badare Verdiana, una delle responsabili di un Centro d'incontro del quartiere, che tenta ripetutamente, e invano, di inserirla in una struttura d'accoglienza. Betty però scappa ogni volta, ritornando alle sue frequentazioni: un mondo di ragazzi allo sbando, ladruncoli, aspiranti spacciatori e delinquenti in erba che vogliono spingerla a prostituirsi. Ma Betty, nella sua vitalità travolgente e spesso masochistica, mantiene una purezza di base, l'istintiva coscienza di quel che si deve rifiutare, la ricerca inespressa del riscatto, una mai offuscata lucidità di giudizio.
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Oggi ''La ragazza di via Millelire'' è un film da far rivedere, per insegnare alle nuove generazioni e alle istituzioni un pezzo della nostra storia recente ed evitare, se possibile, che certe situazioni si ripetano. La [[Banlieue]] francese docet”.
Hanno scritto a proposito del film:
*"''…Un film convulso, violentissimo… Il meno che si possa dire di un'opera sgradevolissima (ma che vuole esserlo) è che gronda coraggio''”<ref>Sergio Frosali, “Il resto del Carlino”</ref>
*"È ''il film più becero dell'anno''"<ref>Alberto Farassino su “La Repubblica”</ref>
*"''…Vantona, sboccata, continuamente in fuga, non riconciliata con la famiglia né con la società né con il mondo... Betty di via Millelire è un 'carattere' difficile da dimenticare''"<ref>Lietta Tornabuoni su “La Stampa”</ref>
*"''Il film è un cumulo di orrori: provoca solo disgusto''”<ref>Gianluigi Rondi su “Il Tempo”</ref>
*"''…In un film che gela l'anima Serra non va in cerca del pittoresco sottoproletario, non rassicura, non si arrende al pianto, al lamento, alla pietà''"<ref>Mino Argentieri su «Rinascita»</ref>
*"''Il film è l'accozzaglia di devianti più ripugnante che si possa assemblare in periferia''"<ref>Valerio Caprara su “Il Mattino” di Napoli</ref>
*"''Fra strepiti e clamori, presentata a Venezia la prima eroina punk...''"<ref>Roberto Silvestri su “Il Manifesto”</ref>
*"''Raggiunge momenti di alta intensità espressiva, astenendosi rigorosamente da qualsiasi pregiudizio''"<ref>Paolo Mereghetti nel suo ''Dizionario dei film''</ref>
== Distribuzione ==
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