Filtro elettrostatico: differenze tra le versioni

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*da contenitori per la raccolta delle polveri (o dei fanghi nel caso del sistema ad umido).
 
Il trattamento consiste nell'applicare un'elevata differenza di potenziale tra gli elettrodi di emissione e di raccolta,: in questo modo si ha la creazione, in prossimità degli elettrodi di emissione, di un forte campo elettrico. Il campo generato provoca la ionizzazione del gas (vettore delle particelle contaminanti) attorno alla superficie dell'elettrodo di emissione. L'effetto che si realizza prende il nome di effetto corona. Il flusso di gas che viene fatto passare tra le piastre di raccolta viene ionizzato, quindi gli ioni tendono a spostarsi dalla zona di corona verso gli elettrodi di raccolta. In questa fase gli ioni prodotti entrano in collisione con le particelle di contaminante in sospensione e cedono loro una carica elettrica (ogni particella può essere caricata dall'azione di più ioni, fino a raggiungere elevati livelli di carica). Le polveri cariche vengono quindi attirate verso gli elettrodi di raccolta dove sono trattenute e successivamente rimosse con il metodo a secco o ad umido. La rimozione dei depositi può anche essere effettuata durante il funzionamento senza dover sospendere la fase di trattamento, impiegando opportuni accorgimenti che evitano la dispersione delle particelle catturate.
 
Le caratteristiche principali dei filtri elettrostatici sono le elevate efficienze di rimozione (>90%) anche per granulometrie molto fini e la possibilità di recuperare i contaminanti in fase solida (tranne nel caso di elettrofiltri ad umido).
 
Non ci sono particolari limiti al flusso di gas in ingresso mentre per portate eccessivamente basse,; l'unico limite può essere dovuto al costo rilevante dell'impianto sia da undal punto di vista sia dell'installazione chesia della gestione. Inoltre gli impianti di abbattimento presentano ingombri non trascurabili per il fatto che gli elettrofiltri necessitano di flussi d'aria con velocità contenute (non superiori a 1,5 m/s) e questo richiede l'impiego di più sezioni per la realizzazione del sistema.
 
L'efficienza di rimozione delle particelle è influenzata dalla granulometria e resistività delle stesse. Il sistema presenta alti livelli di efficienza per particelle di dimensioni maggiori al micron e resistività comprese tra i 10^3 e 10^10 Ohm*cm. Per mantenere efficienze apprezzabili anche per polveri con resistività superiori a 10^11 Ohm*cm si devono adottare alcuni accorgimenti: