Guerra gotica (376-382): differenze tra le versioni

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Dalle fonti a nostra disposizione sappiamo comunque che a gennaio del 379 Graziano, trovando troppo gravoso per un solo uomo il governo di tutto l'Impero, e, dovendo occuparsi della frontiera del Reno, minacciata dagli [[Alemanni]], decise di associare al trono un certo [[Teodosio I|Teodosio]], generale di origini [[Spagna romana|ispaniche]], affidandogli l'Impero d'Oriente e la conduzione della guerra contro i Goti.<ref name=SocV2>Socrate Scolastico, ''Storia Ecclesiastica'', V,2.</ref> Teodosio era il figlio del celebre generale distintosi durante il regno di [[Valentiniano I]], il [[Conte Teodosio]]: dopo che suo padre cadde in disgrazia presso la corte imperiale e venne di conseguenza giustiziato, anche la carriera del figlio subì un contraccolpo, e Teodosio fu costretto a ritirarsi a vita privata nella sua terra nativa, la Spagna.<ref name=Gib26>Gibbon, ''Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano'', [[s:Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano/26|Capitolo 26]]</ref> Sennonché, la grave minaccia dei Goti spinse Graziano a richiamare Teodosio dalla Spagna, nominandolo coimperatore: l'incoronazione di Teodosio a Imperatore d'Oriente avvenne a [[Sirmio]] il 16 gennaio dell'anno 379, sotto il [[console (storia romana)|consolato]] di [[Decimo Magno Ausonio|Ausonio]] e [[Quinto Clodio Ermogeniano Olibrio|Olibrio]].<ref name=SocV2/> Avendo affidato a Teodosio la conduzione diretta della guerra contro i Goti ed essendo le [[diocesi (impero romano)|diocesi]] di [[Dacia (diocesi)|Dacia]] e [[Macedonia (diocesi)|Macedonia]], fino a quel momento appartenute all'Impero d'Occidente, minacciate proprio dai Goti, Graziano decise di separare quelle due diocesi dalla [[prefettura del pretorio dell'Illirico|prefettura d'Illirico]] (fino a quel momento interamente appartenente all'Occidente), aggregandole all'Impero d'Oriente.<ref name=Gib26/>
 
Mentre il nuovo imperatore, [[Teodosio I|Teodosio]], era a [[Tessalonica]], egli si preparava a ricostituire un nuovo esercito romano in modo da prendersi la rivincita sui Goti, che intanto avevano occupato una gran parte della Tracia, mentre le guarnigioni delle città e delle fortezze non osavano scontrarsi in campo aperto con il nemico.<ref>Zosimo, IV, 25.1.</ref> Secondo Giordane, sotto l'energica conduzione del nuovo imperatore, "la disciplina militare fu presto ripristinata ad alto livello, e i Goti, percependo che la codardia e l'inazione dei precedenti principi era terminata, divennero timorosi, perché l'Imperatore era celebre per la sua acutezza e discrezione: con il comando fermo e la sua generosità e gentilezza incoraggiò un esercito ormai demoralizzato ad atti di coraggio, e quando i soldati [...] ottennero nuova confidenza, cercarono di attaccare i Goti e scacciarli dalle frontiere della Tracia".<ref>Giordane, ''Getica'', XXVII, 139-140.</ref> Il fatto che effettivamente Teodosio conferìabbia infuso nuovo coraggio e nuova linfa all'esercito romano ormai demoralizzato per la disfatta di Adrianopoli èparrebbe confermato da un discorso del retore [[Temistio]] pronunciato nella primavera del 379, in cui presentò il nuovo Imperatore come "l'uomo che vincerà la guerra contro i Goti"; ma non va dimenticato che si tratta delle parole di un panegirico, non lontano nei contenuti e nei toni da quelli che lo stesso Temistio rivolse allo sfortunato predecessor di Teodosio, Valente, in simili occasioni:
{{Quote|E grazie a... voi [Teodosio] che ...crediamo che voi saprete frenare l'impeto degli Sciti [Goti] ed estinguere la conflagrazione che divora ogni cosa... Già state trasformando un branco di contadini in terrore dei Barbari... Se voi, pur non essendo ancora sceso in campo contro i colpevoli [Goti] col solo accamparvi vicino a loro avete potuto sconfiggere la loro testardaggine e rimetterli al loro posto, cosa proveranno quei dannati manigoldi quando vi vedranno preparare la lancia e cingere lo scudo, con il bagliore fiammeggiante dell'elmo che riluce lì vicino?|Temistio, ''Orationes'', 14.181b-c. Citato in Heather 2005, pp. 234-235.}}
Prima di tentare di affrontare di nuovo i Goti in un confronto in campo aperto, comunque, l'Imperatore tentò di logorare il nemico con azioni di [[guerriglia]]. Zosimo narra che, più o meno in quel periodo (intorno al 379), il generale romano di origini barbariche, Modare, collocò i suoi soldati sulla sommità di una collina, ignota ai Barbari, e, apprendendo dai suoi esploratori, che il nemico si trovava nei dintorni intento a consumare le provviste che avevano depredato, comandò ai suoi soldati di attaccare di sorpresa i Barbari mentre erano intenti a consumare i frutti dei loro saccheggi. L'impresa ebbe successo, e la battaglia si concluse con lo sterminio dei barbari, e con un miglioramento della situazione per i Romani, in Tracia.<ref>Zosimo, IV, 25.2-3.</ref>