Galleria dell'Appennino: differenze tra le versioni

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I fumi della vaporiera erano un grosso problema al punto tale che si dovettero organizzare squadre di macchinisti a cavallo all'uscita delle gallerie più lunghe pronte a saltare sui convogli condotti da macchinisti semi asfissiati dal fumo. Per agevolare il loro smaltimento dapprima si costruirono quattro pozzi che collegavano la sede ferroviaria con l'esterno della montagna: 3 dei quali (il n. 0, il n. 2 e il n. 3) sono ancora ben visibili tra i boschi. Ma ciò fu inutile e quindi nel 1899 all'entrata nord sita a [[Pracchia]] si installò un ventilatore Saccardo azionato da un motore a vapore, che spingendo aria nel condotto, avrebbe dovuto risolvere il problema dei fumi. Purtroppo questa soluzione non risolse mai definitivamente il problema, sino all'avvento della trazione elettrica nel 1927. I problemi maggiori per i fumi si avevano alla vaporiera di coda (o di spinta) che veniva aggiunta al convoglio per la sola tratta appenninica in salita.
 
Nel 1934 con l'inaugurazione della [[Ferrovia Bologna-Firenze (direttissima)|ferrovia direttissima Bologna Firenze]], la galleria perse il prestigio dell'imponente tunnel appenninico detenuto sino ad allora, sovrastato dalla [[Grande galleria dell'Appennino|Grande galleria dell'Appennino]], il tunnel di valico della nuova linea che grazie alla trazione elettrica poteva essere di lunghezza quasi 7 volte maggiore, ovvero oltre 18 km.
 
== Posizione geografica ==