Cola di Rienzo: differenze tra le versioni

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Ora aveva diritto di parlare pubblicamente nel palazzo senatorio, e cominciò con l'ammonire «li officiali e li rettori che dovessino provvedere allo buono stato della citate».
 
Per farsi capire anche dalla stragrande maggioranza analfabeta dei [[Roma|romani]] fece dipingere sul [[Campidoglio]], vòlto verso il mercato in modo che tutti lo vedessero, un grande [[affresco]] dove si vedeva un [[mare]] tempestoso: in mezzo c'era [[Roma]], dolente e vestita a lutto, e circondata da altre donne già morte che rappresentavano le antiche città potenti e cadute: [[Babilonia]], [[Cartagine]], [[Troia]], [[Gerusalemme]]. A sinistra, su due isolette, l'[[Italia]] e le [[virtù cardinali]], tristi e spaventate. A destra, su un'altra isoletta, la [[Fede cristiana]] che pregava: «O summo patre, duca e signor mio, se [[Roma]] père dove starraio io?». A minacciarla, sullo stesso lato, vari piani di [[animali]]: [[Panthera leo|leoni]], [[Canis lupus|lupi]] e [[Ursidae|orsi]] a rappresentare i [[barone|baroni]]; [[canis lupus familiaris|cani]], [[maiali|porci]] e [[capriolo|caprioli]] a rappresentare i loro clienti; [[pecore|pecoroni]], [[dragoni]] e [[volpe|volpi]] a rappresentare i popolari intenti, all'ombra dei precedenti, ai propri affari ingiusti.
 
A beneficio di chi sapeva leggere, tutte le figure avevano il loro cartiglio, a mo' di [[fumetto]] moderno. Il [[popolo]], riferisce il cronista, guardava e stupiva.
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In [[Laterano]] ritrovò poi, utilizzata come tavola d'altare, la ''[[lex de imperio Vespasiani]]'', nella quale il [[Senato (storia romana)|Senato romano]] investiva [[Vespasiano]] del potere imperiale. Cola la pubblicò installandola al centro di un altro affresco che rappresentava il [[Senato (storia romana)|Senato romano]] e convocando in [[Laterano]] una grande [[assemblea]] dei potenti di [[Roma]], a cui la lesse, intendendo con ciò sostenere che dovevano essere i romani a conferire il potere all'imperatore.
 
Il successivo exploit iconografico fu un terzo [[affresco]] fatto eseguire nella [[chiesa di Sant'Angelo in Pescheria]], dove erano rappresentati sulla sinistra una gran fiamma quasi infernale nella quale ardevano nobili e popolari, e [[Roma]] nella figura di una vecchia donna che cercava di scampare al fuoco. Sulla destra, in cima all'altissimo campanile di una [[chiesa (architettura)|chiesa]] da cui usciva l'Agnello, stavano [[Pietro Apostolo|San Pietro]] e [[San Paolo di Tarso|San Paolo]] che invocavano salvezza «alla albergatrice nostra». Una colomba portava una corona di mortella e la passava ad un uccellino assai piccolo per mandarla, in segno di salvezza, all'antica donna.
 
== L'ascesa al Campidoglio ==
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I ragionamenti di Cola sul bisogno di sollevare la [[città]] dalla prepotenza dei [[barone|baroni]] e dalla miseria che ne nasceva fecero breccia in un gruppo di cittadini che si erano riuniti a discutere con lui in un monastero sull'[[Aventino]], forse Sant'Alessio. Lo stesso vicario del [[papa]] consentiva. Alla fine di [[aprile]] del [[1347]] Cola di Rienzo salì al [[Campidoglio]] con un centinaio di uomini di scorta, preceduto da tre gonfaloni che rappresentavano:
*il primo, rosso a lettere d'oro, [[Roma]] seduta tra due [[Panthera leo|leoni]] con il mondo in una mano e la palma della vittoria nell'altra;
*il secondo, bianco, rappresentava [[san Paolo di Tarso|san Paolo]] con la [[corona (copricapo)|corona]] della giustizia e la spada in mano;
*il terzo, [[san Pietro apostolo|san Pietro]], "con le chiavi della concordia e della pace".
Il popolo andò ad ascoltare, e Cola proclamò i suoi ''ordinamenti dello buono stato''.