Hisham III ibn Muhammad: differenze tra le versioni

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Tuttavia non riuscì a entrare a Cordova sino al dicembre del [[1029]], in quanto la sua nomina era stata fatta dai mercenari dell'esercito, i Saqāliba, mentre la capitale era nelle mani dei [[Berberi]], sostenitori della dinastia hammudide.
 
Appena entrato in città, delegò i compiti di governo a un primo ministro, il visir al-Ḥakam b. Saʿīd, che causò in pratica la bancarotta economica del regno e lo portò a imporre un aumento delle imposte, anche alle moschee: fatto che gli ìì''[[ulema|ʿulamāʾ]]ìì'' considerarono contrario alla [[Shari'a|legge coranica]]. Tutto questo portò ad un sollevamento popolare che oltre che all'assassinio del visir, portò alla deposizione, cattura e reclusione del califfo, a cui subentrò nuovamente un consiglio di stato che decretò la soppressione del califfato, sostituito da un consiglio di permanente di notabili civili, che avrebbe dovuto governare su tutto il territorio di [[al-Andalus]]. Di fatto però alcune potenti famiglie, nelle loro terre di competenza, erano già indipendenti. Era iniziato il periodo conosciuto come primo periodo dei [[Taifa|Regni di Taifa]].
 
Hishām III riuscì a fuggire dalla prigione e si rifugiò a [[Lérida]], dove ottenne l'ospitalità del futuro [[al-Musta'in (hudide)|al-Mustaʿīn I]], e qui morì nel 1036.