Nanopolvere: differenze tra le versioni

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I dettagliati meccanismi di formazione di queste nanopolveri e della loro dispersione in atmosfera sono ancora oggetto di studio, ma in letteratura stanno emergendo evidenze della loro dannosità.<ref>{{en}} [http://nano.gov/html/res/NSFAerosolParteport.pdf Emerging issues in nanoparticle aerosol science and technology, Univ. della California, 2003 (PDF)]</ref>
 
In particolare le nanopolveri [[composto inorganico|inorganiche]] sono sospettate di essere causa di una serie di patologie<ref>[http://www.nanodiagnostics.it/images/che_cosa_sono_le_nanopatologie.pdf Cosa potrebbero causare alcuni tipi di nanopolveri] di Stefano Montanari</ref>.
Le nanopolveri di tipo inorganico, non essendo biodegradabili, non potrebbero essere decomposte facilmente e resterebbero sospese nell'aria per centinaia di chilometri, depositandosi sul terreno (e quindi finire nelle coltivazioni ed entrare nella catena alimentare) o essere direttamente respirate da esseri umani o animali. Analogamente, l'organismo dell'essere vivente non sarebbe in grado di metabolizzare ed espellere questi corpi estranei.<br />
In contrasto con queste ipotesi sono invece i dati sperimentali misurati in California<ref>[http://www.aqmd.gov/tao/Ultrafine_Presentations/Pre-Conference_1_Coustas.pdf Conferenza sulle polveri ultrafini 30-4-2006 Pagina 39-40]</ref>, che suggeriscono un calo drastico del particolato ultrafine già a 150 metri dalla fonte.