Il deserto rosso: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Riga 87:
« Proseguendo sulla strada intrapresa quattro anni prima con [[L'avventura]] e già in parte nel [[Il grido (film)|Il grido]], di un cinema dell'alienazione, che mette in crisi i valori di un costume e di una morale non più corrispondenti alla nuova realtà umana e sociale creata dalla civiltà industriale e dal benessere, Antonioni giunge in questo film alla cristallizzazione degli elementi più vitali e originali delle opere precedenti a un manierismo di fattura che mina alla base il valore del discorso poetico. La protagonista Giuliana è come le precedenti eroine, insofferente della vita che conduce e incapace di superare i limiti di un'esistenza inutile. Il suo matrimonio è in crisi e non vale il rapporto amoroso con Corrado, l'eclisse dei sentimenti conduce inevitabilmente al deserto della vita. Il film porta alle estreme conseguenze, raggelando persone e situazioni in una contemplazione quasi disumana. Lo scarso successo del film viene riscattato sul piano della fattura tecnica con il colore usato in maniera originale a volte sconvolgente...» [[Gianni Rondolino]] Catalogo Bolaffi del cinema 1956/1965.
 
9° film di Antonioni, e il suo primo a colori, in funzione soggettiva (fotografia di Carlo Di Palma, Nastro d'argento) come espressione di una realtà dissociata e con ambizione di trasformarlo esso stesso in racconto come "mito della sostanziale e angosciosa bellezza autonoma delle cose". Come nei 3 precedenti film con Monica Vitti, la donna è l'antenna più sensibile di una nevrosi comune nel contesto della società dei consumi e della natura inquinata. Leone d'oro a Venezia. (corrirecorriere.it)
 
== Note ==