Skopas: differenze tra le versioni

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[[File:Pothos Via Cavour Musei Capitolini MC2417 n1.jpg|thumb|''Pothos'', copia da originale del IV secolo a.C. attribuito a Skopas. Roma, Musei Capitolini S2417.]]
{{Vedi anche|Pothos}}
Non si conosce esattamente la provenienza dell'originale dal quale deriva la statua del ''[[Pothos]]'' giunta sino a noi attraverso numerose copie e attribuita a Skopas dal Furtwängler nel 1901. La copia più nota è quella della [[Centrale Montemartini]] ([[Musei Capitolini]] S2417). Skopas aveva scolpito questo soggetto almeno due volte, una volta per un gruppo scultoreo con [[Eros]] e [[Himeros]] a [[Megara (Attica)|Megara]] (Paus., I, 43.6) e una seconda volta per un gruppo a Samotracia. La presenza di Skopas a [[Santuario dei Grandi Dei di Samotracia|Samotracia]] nell'ultima fase della sua attività, riferita da Plinio nel passo già citato a proposito del ''tiaso marino'' (''Nat. hist.'', XXXVI, 25-26), al riguardo di un gruppo cultuale comprendente [[Afrodite]], [[Pothos (divinità)|Pothos]] e [[Fetonte]], è ormai documentata anche dagli scavi.

I rilievi che decoravano i cassettoni del ''propileo'' nel santuario dei Grandi Dei sono stati attribuiti alla sua bottega e datati ad un periodo immediatamente successivo ai frontoni di Tegea.<ref name=Stewart77_107/> La figura del Pothos faceva parte di un gruppo probabilmente disposto a ridosso di una parete, come lo sviluppo sul piano della statua farebbe pensare; sembra inoltre che all'interno del gruppo la posa del Pothos sia stata funzionale nel concentrare l'attenzione sulla figura centrale dell'Afrodite. Nella ricomposizione del gruppo da parte di Heinrich Bulle le figure del Pothos e di Fetonte si bilanciano ai lati della figura centrale e l'intera composizione risulta caratterizzata da un notevole senso di coesione formale e emozionale. L'esistenza del Pothos in uno spazio tridimensionale è accennata solo tramite l'incrocio degli arti e il movimento del capo, tutti elementi che conducono senza tensione lo sguardo dell'osservatore verso la figura alla sua sinistra. Questa posa, nei suoi elementi essenziali, non è isolata in ambito tardo classico, basti pensare all'[[Apollo Sauroctono]], o ai rilievi votivi ateniesi con simili figure appoggiate a colonnine laterali.<ref>{{Cita|Stewart 1977|pp. 108-110.}}</ref>
 
== Stile ==