Impero seleucide: differenze tra le versioni

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=== I primi sovrani ===
[[File:Seleucid Empire 323 - 60 (BC).GIF|thumb|322x322px|L'impero Seleucide circa all'epoca di Antioco I]]
La corona passò al figlio [[Antioco I]], e da questi al figlio [[Antioco II]], che regnarono con il titolo persiano di ''[[Shahanshah|Gran Re]]'' su un impero che si estendeva dall'[[Afghanistan]] al [[Mar Egeo]]. Antioco I (divenuto re nel [[281 a.C.]]) dovette affrontare fin da subito la notevole sfida di mantenere unite le immense conquiste territoriali del padre, impresa che lo tenne impegnato per quasi tutta la vita e gli riuscì solo in parte. Per prima cosa decise di abbandonare la [[Tracia]], regione troppo periferica per essere difesa efficientemente e fonte di un pericoloso contenzioso con il re di [[Macedonia (regione storica)|Macedonia]] [[Antigono II Gonata]]; dopo questo fatto stipulò un patto di amiciza con il sovrano Antigonide, che fu alla base della alleanza storica fra Seleucidi e Antigonidi contro i Tolomei. Dovette poi affrontare una ribellione nel distretto di ''Seleucis'', il più importante del regno, che riuscì a schiacciare perdendo però quasi tutti i suoi elefanti, facendosene inviare di nuovi dalla provincia di [[Battria]]. Dovette poi far fronte alla terribile invasione dei [[Galati]], ovvero dei celti: queste popolazioni negli anni precedenti erano penetrate nei Balcani e si erano stabilite in Tracia. I numerosi regnanti dell'Asia Minore li convocarono perché combattessero al loro servizio e accettarono di trasportarli al di là del [[Ellesponto]]; tuttavia la situazione sfuggi loro di mano e i Galati cominciarono a seminare terrore per tutta l'[[Anatolia]]. Antioco dovette dunque affrontare nel [[275 a.C.]] una terrificante armata celtica composta da più di 40.000 uomini; nella grandiosa [[Battaglia d'elefanti|Battaglia d'Elefanti]] riuscì a sconfiggere con un piccolo esercito la potente armata galata utilizzando astutamente i pachidermi indiani. Questa grande vittoria gli valse l'appellativo di ''Soter'', "il Salvatore". Più tardi dovette affrontare [[Tolomeo II|Tolomeo II Filadelfo]] nella cosiddetta [[Prima guerra siriaca]]; la causa di questa guerra era che sia i Seleucidi sia i Tolomei reclamavano la regione di [[Celesiria]], che corrisponde circa al Libano e alla Palestina. In questa guerra Antioco perse il controllo di alcune zone dell'Asia Minore ma riuscì a conservare la Celesiria fino a [[Damasco]]. Il regno di Antioco fu segnato anche da spedizioni geografiche atte a comprendere a fondo le nuove regioni che i greci si trovarono a dominare; la prima esplorò il [[Mar Nero]], la seconda, che fu anche una spedizione militare, le terre degli [[Sciti]]. In questa epoca Antioco si assicurò anche la fedeltà degli abitanti della [[Mesopotamia]] ricostruendo il grande tempio di Ezida in Babilonia e assumendo caratteristiche regali tipiche della cultura Babilonese. Negli ultimi anni tentò di recuperare il controllo delle province di Asia Minore, ma fu rovinosamente sconfitto nei pressi di [[Sardi (città)|Sardi]] dalle forze del regno di [[Pergamo]], morendo poco tempo dopo. Nel [[261 a.C.]] gli successe il figlio Antioco II, incheche trapreseintraprese una serie di conflitti contro i [[Dinastia tolemaica|Tolemei]] ([[Seconda guerra siriaca]]) che terminò con la cacciata dei Tolomei dall'Asia Minore. Le città liberate dal governo tolemaico venerarono Antioco come un dio, e infatti egli assunse l'epiteto di ''Teos''. Tolomeo Filadelfo, finita la guerra, consolidò la pace con Antioco mediante un matrimonio tra lo stesso sovrano Seleucide e la figlia [[Berenice (regina seleucide)|Berenice]], per sposare la quale Antioco ripudiò [[Laodice I]]. Pare che Antioco abbia inoltre riconquistato parti della Tracia. Morì improvvisamente poco dopo, secondo alcuni avvelenato dalla ex-moglie Laodice: la sua improvvisa morte causò una crisi dinastica che portò l'impero sull'orlo del crollo.
 
=== La Terza Guerra Siriaca e la crisi ===