Coming out: differenze tra le versioni

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== Il coming out per chi lo vive ==
Il coming out, per chi lo vive, è un processo generalmente mai concluso, in quanto, nella vita, si conoscono sempre nuove persone e - in una società che considera l'eterosessualità come la 'norma' e l'omosessualità come una condizione di ''diversità , così come considera un'identità maschile normale per un uomo e un'identità femminile normale per una donna ,'' - ogni volta si deve decidere se, come e quando esplicitare la propria condizione. Di questo processo si tendono ad identificare due fasi; la prima, chiamata anche ''coming out interiore'', cioè la maturazione di un consapevolezza, e la seconda, quella più conosciuta, in cui l'individuo si dichiara alla società.
 
=== Coming out interiore ===
Il coming out interiore è la prima fase ed è il momento in cui un individuo si rende conto di avere sentimenti e desideri sessuali per persone dello stesso sesso, oppure di avere un'identità di genere psichica non corrispondente a quella fisica, ne acquisisce consapevolezza ed impara ad accettarli come una parte integrante della propria personalità. Questo primo momento è di solito caratterizzato da una forte carica emotiva ed è fonte di [[stress (medicina)|stress]]. Ciò è dovuto in parte al fatto che si tratta di un momento in cui l'individuo si mette – o rimette – in discussione, ma, soprattutto, perché la nostra società tende alla eteronormatività, tende cioè ad escludere, negandoli o vestendoli di un'immagine negativa, tutti quei comportamenti che si allontanano dalla [[eterosessualità]] o dalla propria identità fisica. Quanto più è forte all'interno di una società questa spinta a negare la legittimità di comportamenti che si allontanano da quelli considerati "canonici", tanto maggiore sarà lo stress vissuto dall'individuo, anche per la mancanza di esempi positivi da seguire per riuscire ad integrare questi nuovi sentimenti e pulsioni all'interno della propria identità.
In una prima fase spesso si cerca ogni indizio che possa dimostrare il contrario di ciò che si sta scoprendo. Una volta che si è preso atto che "non c'è niente da fare" si passa all'accettazione della propria condizione.
 
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== Il coming out oggi ==
Oggi, le persone gay, lesbiche, bisessuali e transgender sono più ''out'' che mai, soprattutto nei paesi occidentali più avanzati. La maggior parte, infatti, ritengonoritiene che nascondersi sia una pratica che nuoce alla propria salute e stabilità. Uno dei maggiori periodici gay si chiama ''[[Out Magazine]]''. Il coming out nella comunità omosessuale è visto come politicamente sano, persino un dovere o una necessità, argomentando che più le persone gay sono visibili, più è difficile essere oppressi da moralisti e bigotti. Altri, invece, credono che fare coming out nel modo tradizionale e "aperto" non sia sempre l'opzione più appropriata dal punto di vista personale o culturale. Un'alternativa potrebbe essere il cosiddetto "''coming home''" (ritorno a casa), cioè presentare il partner dello stesso sesso a famiglia e amici come un amico stretto, tacendo l'identità omosessuale. Alla fine, è il singolo individuo a dover decidere quale opzione sia più adatta.
 
[[Judith Butler]] (1991) critica la metafora dell<nowiki>'</nowiki>''in/out'' (dentro/fuori, nascosto/visibile) perché crea una un'ambiguità che finge che il cosiddetto armadio (''closet'', dentro al quale ci si "nasconde") sia oscuro, marginalizzante, e falso, mentre essere visibili riveli un'identità vera, ed essenziale. Diana Fuss (1991) spiega, «il problema, naturalmente, con la retorica dell<nowiki>'</nowiki>''in/out''[...] è che queste polemiche mascherano il fatto che la maggior parte di noi siamo sia visibili che nascosti allo stesso tempo.». Inoltre, "essere out", nel gergo gay, è proprio non essere ''out''; essere out significa essere finalmente fuori dall'esteriorità, e ildal senso di esclusione e ledalle deprivazioni che un tale stato impone; oppure, detto in un altro modo, essere out diventa in realtà un essere ''in'' – nel regno della visibilità, del parlare liberamente, e del culturalmente intelligibile. In altre parole, il coming out costruisce l'armadio che dovrebbe distruggere e la personalità che dovrebbe rivelare, «la prima apparizione dell'omosessuale come "specie" invece che come "aberrazione temporanea" è anche il momento della sparizione dell'omosessuale&nbsp;– nell'armadio.» Lauren Smith (2000) riassume, «essere "fuori dall'armadio", quindi, sia come gay che come eterosessuale, secondo Fuss e Butler, significa sempre nascondere o coprire un altro armadio.»
 
Tuttavia, Butler si presenta ugualmente come [[lesbica]] in occasioni pubbliche e sostiene che, «è possibile affermare che [...] rimane un imperativo politico usare questi errori necessari o categorizzazioni sbagliate [...] per rappresentare un soggetto politico oppresso.»