Neoclassicismo a Milano: differenze tra le versioni

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Nel [[1796]] con l'arrivo in Italia di [[Napoleone]], l'[[Ferdinando d'Asburgo-Este|arciduca Ferdinando d'Austria]] abbandonò la città, che dal [[1800]] fu definitivamente in mano ai francesi. La dominazione francese non fermò l'eccezionale attività culturale milanese, la popolazione era in rapida crescita e nella città si incontravano alcuni tra i più grandi intellettuali italiani: da [[Melchiorre Gioia]] a [[Vincenzo Monti]], da [[Alessandro Volta]] ad [[Ugo Foscolo]] e [[Silvio Pellico]]; venne inoltre inaugurato l'[[Istituto lombardo di scienze e lettere]] e furono fondati numerosi [[giornali]] nella città<ref>{{cita|TCI rosso|pg. 41}}</ref>.
In quanto capitale del Regno d'Italia, vennero redatti numerosi progetti urbanistici con l'obiettivo di dare a Milano l'aspetto di una tra le principali capitali europee, tuttavia non vennero completati<ref name=Maz49>{{cita|Mazzocca|pg. 49}}</ref>. Da tempo la popolazione aveva presentato delle petizioni popolari per l'abbattimento del [[Castello Sforzesco]] e con decreto del 23 giugno 1800 Napoleone ne ordinò la demolizione. Essa venne realizzata a partire dal [[1801]], ma solo in parte; lo stesso anno l'[[Giovanni Antonio Antolini|Antolini]] fu incaricato di realizzare il Foro Bonaparte, l'architetto propose un rimaneggiamento del castello in forme neoclassiche, ma a causa dei costi eccessivi per la realizzazione il progetto fu accantonato<ref>L'idea dell'Antolini rimase però come pura idea formale Cfr. {{Cita libro|autore=Aldo Rossi|titolo=L'architettura della città|anno=1978|editore=Clup|pagine=pg. 200|città=Milano}}</ref>.
 
[[File:Andrea Appiani 001.jpg|thumb|left|[[Andrea Appiani]] - ''Apoteosi di Napoleone'', [[Palazzo Reale (Milano)|Palazzo Reale di Milano]]]]
Nel [[1807]] con decreto le municipalità di Milano e [[Venezia]] furono dotate di una ''Commissione di Ornato'' con vasti poteri e larga sfera di azione. La commissione era composta dalle personalità più autorevoli presenti a Milano, fra questi il Cagnola e il Canonica. Il primo tema affrontato fu quello del Piano regolatore che fu redatto lo stesso anno<ref>{{cita libro|autore=Aldo Rossi|titolo=Il concetto di tradizione nell'architettura neoclassica milanese, in Scritti scelti sull'architettura e la città 1956 - 1972|anno=1975|editore=Clup|pagine=pg. 1-24|città=Milano}}</ref>. Fino al [[1814]] lo sviluppo della città fu regolato da quel piano che "si può considerare uno dei piani più moderni creati in Europa"<ref>{{Cita libro|autore=Aldo Rossi|titolo=L'architettura della città|anno=1978|editore=Clup|pagine=pg. 199|città=Milano}}</ref>.