Riferimento (linguistica): differenze tra le versioni

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Per il filosofo tedesco [[Gottlob Frege]] (1848-1925), anche nel caso dei nomi propri il riferimento risulta mediato: il senso di ogni espressione "contiene il modo in cui l'oggetto viene dato" (''[[Senso e significato]]'', ''Über Sinn und Bedeutung'', 1892). Peraltro, secondo Frege, non ogni espressione sensata implica un riferimento.<ref name=beccaria/>
 
Nel Novecento, il filosofo statunitense [[Saul Kripke]] ha criticato la posizione di Frege e, richiamandosi a Mill, ha affermato che esiste un rapporto diretto tra il nome proprio e il suo designato. Per Kripke come per il filosofo statunitense [[Hilary Putnam]] (1926-2016), il riferimento non è instaurato, nel nome proprio, da elementi descrittivi, ma da un atto di battesimo, che si trasmette tra i parlanti, ciascuno dei quali è attento a conformarsi ad un uso stabilito, con l'obbiettivo di garantire la catena di interazioni reali con l'interlocutore.<ref name=beccaria/>
 
==Note==